Un punto di vista tecnico-scientifico sull'energia nucleare, sulla radioattività e i suoi effetti e su altri temi di interesse
giovedì 26 novembre 2015
Epidemia di tumori alla tiroide a Fukushima o effetto screening camuffato? La seconda.
lunedì 11 maggio 2015
Tozzi e il medioevo nucleare
La Stampa di oggi (11 maggio 2015) riporta un articolo a firma Mario Tozzi, naturalista e noto fan delle fonti rinnovabili ad ogni costo. Il titolo lascia ben sperare: “Tutto esaurito per le ex centrali nucleari che aprono al pubblico”.
Vuoi vedere che qualcuno si è finalmente deciso a cogliere l’occasione della presenza di centrali nucleari spente ormai da lungo tempo sul nostro territorio per fare un minimo di divulgazione scientifica/tecnica su queste macchine così complesse e affascinanti?
Certo, affidare a Mario Tozzi l’incarico di commentare la notizia è più o meno come chiedere a Salvini di commentare la realizzazione di un nuovo campo Rom. Ed infatti, fin dalle prime righe il prode Tozzi tenta di gettare polvere negli occhi con argomentazioni ben oltre il limite dell’insostenibilità.
“L’Italia non utilizza energia nucleare autoprodotta ormai dal 1987, anno di chiusura delle quattro centrali (Caorso, Garigliano, Latina e Trino) che avevano operato sul nostro territorio dagli Anni Sessanta.”
Ehm...non proprio: nell’87 è passato il referendum per l’abrogazione degli incentivi alla produzione nucleare; le centrali atomiche in funzione sono state poi spente progressivamente, man mano che esaurivano la carica di combustibile, nel corso degli anni successivi. C’è stato addirittura un breve periodo (pochi anni) nei quali l’Italia aveva già deciso di rinunciare all’energia atomica, ma godeva ancora dei suoi benefici.
“Ciononostante rimane fra le dieci massime potenze industriali del mondo, a dimostrazione che dell’energia dell’atomo si può fare a meno (come dimostra anche il caso Giappone, ormai da un anno e mezzo senza centrali nucleari funzionanti e non per questo ripiombato nel Medioevo)”
Ma certo. Anche del frigorifero si può fare a meno, così come dell’automobile, dell’aereo, del computer e della televisione, e via dicendo. Ma a quale prezzo?
È perfettamente inutile, caro Tozzi, che cerchi di farci passare l’idea bislacca che l’Italia stia meglio, o quantomeno bene allo stesso modo, da quando ha abbandonato l’energia nucleare. Sappiamo tutti di avere bollette dell’elettricità tra le più alte d’Europa, sappiamo tutti di essere costretti a dipendere dalle importazioni di combustibili fossili dai paesi arabi e sappiamo tutti che l’aria del nostro bel paese è inquinata a livelli assurdi, anche (non solo) per colpa di quella scelta. E proporre di risolvere questa situazione disperata facendo man bassa di pale eoliche e pannelli solari serve solo a far contenti quelli che li vendono...è un po’ come notare l’intasamento delle autostrade a seguito di un divieto del trasporto ferroviario di merci e pensare di risolverlo invadendo le strade di biciclette. Efficacissimo, non c’è che dire.
Quanto poi al paragone con il Giappone di Shinzo Abe, all’affermazione “non per questo ripiombato nel Medioevo” viene da rispondere “beh, quasi!”: lo spegnimento forzato ed improvviso di tutta la sua capacità nucleare ha portato al Giappone gravissime carenze di energia, con impatti pesantissimi sia sulla produzione industriale che sulla vita di tutti i giorni.
Naturalmente, ciò è legato principalmente alla mancanza di qualcosa per rimpiazzare le centrali atomiche, e qui si torna al ragionamento di fondo che Tozzi sembra proprio non vedere: certamente si possono sostituire le centrali atomiche con centrali fossili (non con le fonti rinnovabili che, ripeto ancora, hanno un ruolo completamente diverso); il risultato però è semplicemente l’ottenimento della stessa quantità di energia a prezzo più alto, generando un miliardo di volte più inquinanti (NON sono numeri a caso, la proporzione è circa 1:1.000.000.000) e consumando altrettante volte più combustibile (con gran gioia di chi lo vende, evidentemente). È come rinunciare al frigorifero e tornare a mettere i cibi sotto sale: si conservano meno bene, meno a lungo e rimangono salatissimi, ma in teoria si potrebbe fare.
Il resto dell’articolo non è fortunatamente leggibile a meno di sottoscrivere un abbonamento (che non possiedo, e non farò certamente apposta per leggere le boiate di Tozzi...).
Al di là di Tozzi e delle sue idee, consiglio a tutti di visitare una di quelle centrali (io sono stato a Trino), per vedere di persona che cosa l’ingegno e la scienza umana (e italiana!) erano in grado di realizzare in quegli anni. Solo, preparatevi ad uscire di là con l’amaro in bocca, sapendo che tutto ciò è ormai, nel nostro paese, soltanto storia.
lunedì 4 agosto 2014
Pio D’Emilia e i suicidi in Giappone
lunedì 17 marzo 2014
Fukushima tre anni dopo
Unico-lab pubblicava qualche giorno fa un bel post dal titolo “Tre anni dopo Fukushima, in un’intervista particolare”. Si tratta di un'intervista che Toto, il principale autore del blog, fa a sé stesso a livello di bilancio dopo tre anni dal cosiddetto incidente di Fukushima.
Il formato dell’intervista é un po’ bizzarro, dato che si tratta di un’auto-intervista, ma tutto sommato si rivela, a mio parere, il modo migliore per chiarire alcune domande frequenti che i non addetti ai lavori si pongono spesso.
Comincio col dire che, a mio parere, il buon Toto é estremamente equilibrato e persino piú critico di quanto non lo sia io stesso. Ció detto, e riconoscendo l’importanza estrema del suo post, mi permetto tuttavia di fare un paio di commenti. Eccoli insieme a qualche estratto:
“Tre anni fa un evento naturale dalla portata spropositata, la combinazione mortale di un terremoto e di uno tsunami, ha messo in luce la fragilità di molte opere dell'uomo, inclusa una tecnologia, quella nucleare, che era ritenuta dai suoi progettisti infallibile.”
Mi permetto di suggerire un’interpretazione diversa. Non mi pare infatti che chi progetta centrali nucleari, o per meglio dire chi ne studia e garantisce la sicurezza, possa pensare che esse siano “infallibili”.
Il problema mi pare piuttosto che chi critica e contrasta l’uso dell’energia nucleare, spesso in realtá per interesse personale, punti il dito sulla sua fallibilitá, trascinando dietro di sé tutta la massa di persone che non hanno fiducia nelle istituzioni e nel lavoro degli altri.
Chi implementa i criteri di sicurezza in qualsiasi tecnologia moderna sa benissimo che qualsiasi cosa puó guastarsi; occorre quindi studiare come questa puó guastarsi e imporre soluzioni tecniche che non solo minimizzino la probabilitá che si verifichino guasti con impatto sulla sicurezza, ma anche che mitighino gli effetti di quei guasti quando essi si verificano.
Diró di piú: come identificato da Toto stesso un po’ in questa frase e un po’ oltre nel testo, Fukushima é in realtá un parziale successo della sicurezza nucleare! Un evento naturale che ha devastato qualsiasi altra tecnologia umana si trovasse d’innanzi, ha potuto pochissimo contro una centrale nucleare che si trovava completamente esposta ad esso. Certamente, quel pochissimo poteva essere nulla, e la causa di questo é da ricercarsi in negligenze umane che non possono essere ignorate. Ma la sostanza é che, ancora una volta, si punta il dito contro l’emergenza nucleare invece di considerarne il contesto.
“Tutti gli studi internazionali fatti fino ad oggi dimostrano che i livelli radiazioni ricevuti dalla popolazione, sia direttamente, sia attraverso l'assunzione di cibo contaminato, sono estremamente bassi. E non stiamo parlando di chi era a Osaka o anche a Tokyo. La dose prodotta dall'incidente sommata al fondo naturale nelle regioni più colpite (molto basso) risulta essere inferiore al fondo naturale di molte città italiane. Sarà quindi estremamente difficile andare a discriminare quei pochi casi di insorgenza di cancro conseguenza dell'incidente rispetto alla grossa fetta della popolazione che, per altri motivi, è destinata ad ammalarsi.”
Toto ha ragione: anche gli studi compiuti secondo la teoria LNT (uno per tutti qui) portano comunque a incidenze non significative rispetto al fondo naturale di radiazioni. E la ragione sta nella frase di Toto: i livelli di radioattivitá ambientale, sommati al rilascio di Fukushima, totalizzano comunque meno del fondo naturale di molte cittá per esempio italiane. Giova poi ricordare che la teoria LNT non é mai stata confermata sperimentalmente per dosi sotto 100 mSv / anno, anzi ci sono abbondanti indizi che suggerirebbero la sua fallacia per ratei di dose al di sotto di quella soglia (15 nations study, studi di laboratorio ma anche ció che é noto ad esempio sugli effetti di piccole dosi di raggi UV o una buona dose di buonsenso applicato alla salute dei piloti e hostess di linea, alle eclatanti affermazioni dei gestori di siti termali o gli studi sugli abitanti di posti come Guarapari o Ramsar). In ogni caso, ad oggi non esiste una conferma scientifica completa né della teoria senza soglia (LNT) né della cosiddetta teoria ormetica, percui é pratica comune considerare valido l’approccio conservativo della prima.
Purtroppo, dato che lo tsunami e il terremoto che hanno generato la crisi alla centrale nucleare hanno contemporaneamente polverizzato migliaia di altre strutture umane meno resistenti, incluse raffinerie, impianti chimici e ogni sorta di impianto a rischio rilevante, sicuramente il rilascio di tutte quelle sostanze cancerogene e tossiche avrá degli effetti a lungo termine, per quanto limitati di fronte ai 18000 morti dell’evento naturale. C’é da scommettere che, visto che si parla sempre e solo della centrale nucleare, anche quelle vittime finiranno per essere attribuite ad essa.
“Eppure Fukushima ha fatto, fa e farà vittime (non necessariamente morti); la causa di queste vite infelici però non sono tanto i danni biologici delle radiazioni, ma le conseguenze psicologiche e biologiche della paura delle radiazioni e dello stress di vivere nel dubbio e nell'incertezza. La responsabilità di queste vite distrutte non è solo di chi ha progettato la centrale e di chi non ha controllato come questa venisse operata, ma anche di chi non si è preoccupato della formazione della popolazione e di chi ha generato paura con una cattiva informazione.[...]
E' mancata, e purtroppo continua a mancare, la corretta contestualizzazione del rischio.”
Ancora una volta: bravissimo Toto! Questo messaggio é rivolto non solo a tutti gli spargitori di ansia gratuita (vero Arnie Gundersen, giusto per citarne uno?) e a chi ha fatto dell’esagerazione un’arma per ottenere i propri scopi commerciali (come i nostri pseudo-ambientalisti, o i produttori di docu-film di denuncia e show televisivi), ma anche e soprattutto a chi continua a dare voce e spazio sui giornali a questa gente al fine di alimentare la polemica e vendere di piú. Siete corresponsabili, cari miei, di tutto questo.
“La lezione che dobbiamo imparare da Fukushima non è che il nucleare è cattivo e che tutte le centrali devono essere chiuse. [...]Da Fukushima dobbiamo imparare due lezioni importanti: la prima è che ognuno deve fare bene il suo lavoro, in particolare chi ha il compito di controllare che vengano rispettate le regole deve compiere il suo dovere fino in fondo [...]La seconda lezione è che uno può progettare e costruire la centrale più sicura al mondo, ma se la gente continuerà ad aver paura anche un incidente senza conseguenze dirette farà vivere male le comunità locali. Informazione e formazione del pubblico devono essere il punto di partenza per (ri)costruire quel rapporto di fiducia che è venuto a mancare.”
Ho poco da aggiungere, se non un invito a tutti coloro che ancora spengono il cervello e si aggrappano ai luoghi comuni e agli slogan preconfezionati (spesso tra l’altro convinti di “pensare con la loro testa” e di “essersi informati” o “fare informazione”): aprite la mente, accostatevi a questo ed agli altri grandi temi del dibattito civile mettendo da parte ideologie e preconcetti e non escludete che quello che vi é stato sempre detto possa non essere vero! Solo la vostra intelligenza, e soprattutto l’ascolto costante e ragionato del parere degli esperti, potrá farvi arrivare alla veritá.
giovedì 5 dicembre 2013
La vera dimensione delle idiozie allarmiste su Fukushima
domenica 1 settembre 2013
Quasi due Sievert/ora nell'acqua di Fukushima. Cosa c'é di vero?
Semplicemente TEPCO (fonte: un comunicato stampa di TEPCO stessa) ha analizzato l'acqua contaminata con uno strumento piú sensibile, in grado di rilevare anche la radiazione beta (precedentemente non si riusciva, presumo avessero a disposizione soltanto qualche contatore geiger). Questo ha portato a scoprire un livello complessivo di radioattivitá pari a circa 1.800 mSv/h (1,8 Sv/h)!
Lasciamo perdere chi sostiene che il livello sia improvvisamente e magicamente aumentato di 18 volte (vero La Stampa, Corriere e Fatto?) e chi si inventa che il macchinario (macchinario?) utilizzato in precedenza non poteva rilevare piú di 100 mSv/h (vero, Repubblica?). La domanda che ci si pone é, al solito, quanto questi 1.800 mSv/h (picco massimo rilevato in un solo campione, ecc) sono pericolosi?
Risposta: dipende. Se qualcuno andasse a Fukushima e attingesse acqua a quella fonte per abbeverarsi, probabilmente il calcolo fatto dai vari giornalisti sarebbe realistico: 1,8 Sievert all'ora sono davvero tanti, una dose da effetti immediati, mediamente mortale dopo solo qualche ora di esposizione.
Essendo peró in grandissima maggioranza radiazioni beta, la dose dovrebbe diminuire a livelli molto bassi nel giro di poco spazio (i beta hanno una penetrazione nell'acqua, ad esempio, di soli 4 cm. Nei metalli e nei materiali piú densi molto meno), il che é coerente con il fatto che il precedente rilevamento con i geiger desse valori enormemente minori (il sensore del contatore geiger-müller tende ad auto-schermarsi dai beta, salvo se dotato di apposita finestrella di mica).
In parole povere: sí, i livelli di radiazione sono molto alti in quell'acqua ed occorrerá fare molta attenzione a che non si riversi in mare filtrando attraverso il terreno. No, per il momento non ci sono rischi nemmeno per gli operatori della centrale, a patto che indossino adeguate protezioni, grazie alla relativa facilitá con cui si schermano le radiazioni beta. No, il livello non é aumentato dagli ultimi rilevamenti, solo che non si era in grado di rilevarlo.
martedì 20 agosto 2013
Perdita di acqua a Fukushima. No, non nell’oceano.
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(C) World Nuclear News |
Aggiornamento 2013-08-21
BBC News informa che oggi il livello INES dell'incidente é stato elevato addirittura a 3. Nessuna sorpresa particolare, anche se personalmente pensavo salisse soltanto a 2. Per saperne di piú consiglio la sezione Domande&Risposte della stessa BBC (in lingua inglese).
martedì 19 marzo 2013
Cinghiali radioattivi e altre storie
giovedì 20 dicembre 2012
Fukushame, la vergogna dá spettacolo
Nella civiltá dell’immagine, ció che un'immagine bolla come pericoloso inevitabilmente lo diventa davvero agli occhi delle masse. Va bene cosí, a me basta sperare che, ogni tanto, qualcuno abbia ancora voglia di andare oltre le idee preconcette e ragionare, invece di allinearsi al gregge e ripetere luoghi comuni all’infinito.
sabato 1 settembre 2012
Il Giappone decide sull’energia nucleare
Aggiornamento 2012-09-02
Colto da curiositá, sono appena andato a spulciare le news giapponesi alla ricerca della fatidica decisione. Non ho trovato novitá; in compenso ho trovato la versione giapponese dell'articolo di La Stampa (Kyodo news) che chiarisce tutto: oggi (domenica 2 agosto) il governo giapponese si riuniva per "studiare la politica energetica nucleare della nazione, incluse le probabili sfide nel caso in cui la nazione decida di ridurre a zero il proprio affidamento all'energia nucleare" (Traduzione mia di "study the country's nuclear energy policy, including likely challenges in the event that the country's reliance on nuclear power is reduced to zero"). In altre parole, una riunione tecnica per capire cosa succederebbe se una nazione con le caratteristiche sopra citate decidesse di cambiare radicalmente la propria principale fonte di approvvigionamento energetico.
Non dev'essere stata una buona giornata per il premier Noda; in ogni caso i nostri amici di La Stampa hanno come al solito travisato il significato della notizia: oggi non si é deciso nulla, solo esaminate le possibili conseguenze di una delle possibili scelte. Ecco perché non ho trovato riscontri sui risultati.
Mi aspetto come al solito che la cosa venga ignorata e, alla prossima riunione, ci venga propinata una fotocopia dell'articolo sopra citato. Solito giornalismo.
mercoledì 15 agosto 2012
The Butterfly effect: le ali di una farfalla scatenano un uragano mediatico a 10000 km di distanza
(C) Press TV |
martedì 30 agosto 2011
Radio 3 pensa che il nuovo premier giapponese erediterà un paese “ancora in ginocchio per l’incidente nucleare di Fukushima”
mercoledì 25 maggio 2011
Ennesimo articolo di Repubblica su Fukushima. Ma il corrispondente soffre di sdoppiamento di personalità.
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(C) film omonimo |
giovedì 14 aprile 2011
L’incidente di Fukushima sale al livello 7. E i venditori di apocalissi spopolano.
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La scala INES (fonte: IAEA) |
mercoledì 6 aprile 2011
Buone Nuove dal Giappone e altre bufale
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Prima e dopo le riparazioni alla perdita d'acqua. Foto: (C) Kyodo News |
Schema dell'area della centrale di Fukushima Daiichi con le stazioni di monitoraggio e i valori rilevati giorno dopo giorno Schema: NISA |