mercoledì 8 aprile 2020

La Stampa e le ecoballe sul 5G

La Stampa pubblicava ieri un articolo d'opinione, a firma di Benedetta Paravia, sul quale si elencano una serie di pericolose bufale sulla tecnologia 5G.
Il format di questi articoli è sempre lo stesso: una giornalista cita una serie di "esperti" (meglio se dotati di premio Nobel, magari in tutt'altro settore) e fa passare il concetto che quanto dice è una verità tanto tragica quanto "nascosta" da chi ci vuole guadagnare. Pietoso.

Non ho tempo di smentire l'articolo nel dettaglio, mi limito a indicare la smentita già pubblicata su BBC news. Si tratta, oltretutto, di una fake molto pericolosa: in Gran Bretagna, ci sono idioti che hanno addirittura messo a ferro e fuoco dei ripetitori telefonici per seguire questa bugia, il che rappresenta un problema ancora più grande in questo delicato momento di lockdown in cui la gente può dovre utilizzare internet come unico contatto col mondo esterno, sia per lavoro che per scuola dei bambini che per svago. Dovrebbe saperlo bene la nostra "laureata con lustro": diffondere notizie false creando allarmismo è non solo pericoloso, ma potenzialmente passibile di denuncia, casomai qualcuno si comportasse come hanno fatto alcuni inglesi. Anche YouTube ha bandito la faccenda, che pare avere origine da uno dei "soliti noti" delle teorie complottiste false e pericolose, di cui non farò il nome per evitare pubblicità ulteriori. 

La scienza ci dice che il 5G, come tutte le reti wifi e telefoniche, lavora con le onde radio, che non hanno energia sufficiente a ionizzare la materia che compone il corpo umano. La ionizzazione è infatti l'unico meccanismo di danno cellulare a carico invece delle radiazioni propriamente dette, quelle ionizzanti.

Un consiglio finale: non fidatevi di queste teorie bislacche e pericolose!

martedì 7 aprile 2020

Incendio nell'area di Chernobyl: radiazioni a livello del fondo naturale italiano

La Stampa ed altre testate giornalistiche riferiscono di un incendio nell'area della ex centrale di Chernobyl che ha fatto aumentare il livello di radiazioni locali fino a 16 volte. La Stampa in particolare riferisce di un tal Yegor Firsov, "capo del servizio di ispezione ecologica ucraino" che mostra un filmato del proprio contatore Geiger "che segna valori di 0,14 e poi 2,3, quindi 16 volte superiori rispetto a quelli abituali". La Stampa non lo dice, ma anche soltanto guardando la foto sul loro articolo, abbiamo conferma che si tratta di microSievert/ora.

Basta una moltiplicazione dunque per capire che stiamo parlando di un minimo di 1,23 ed un massimo di 20 milliSievert/anno, oltretutto presumibilmente per la durata di pochi giorni. Ricordo che il fondo naturale di radiazioni medio in Italia è circa 2 milliSievert/anno mentre la dose massima annua per lavoratori professionalmente esposti alle radiazioni è di 20 mSv/anno in Italia (50 ad esempio negli USA). La soglia "pratica" per considerare trascurabile una dose ai fini degli effetti oncologici è di circa 100 mSv in pochi minuti, mentre quella sicuramente soggetta a effetti da sindrome acuta è sopra i 500 mSv, sempre in pochi minuti.

Affermazioni come "Altra minaccia per la salute umana in piena pandemia di Covid-19" sono dunque da considerarsi puro sensazionalismo giornalistico senza alcun fondamento nei fatti.

lunedì 23 marzo 2020

Chi ha paura del Nucleare?

Segnalo ai lettori un bellissimo post di Medbunker dal titolo "Ciò che non conosciamo ci fa paura". Lui parla dell'elettricità nel XIX secolo, ma se provate a fare un parallelo mentale con l'energia atomica, troverete moltissime analogie.