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giovedì 20 agosto 2015

Deliri allucinati su ipotesi non verificate. Ovvero: cosa i soliti catastrofisti pensano che succederà a Fukushima

Eccoci qua, un altro di quegli articoli catastrofisti senza capo nè coda che tentano di convincerci che la catastrofe nucleare è imminente, che i governi e le multinazionali ci raccontano bugie, che è tutto un complotto ecc.
Protagonista dell’ennesima (pessima) traduzione in italiano di un articolo del genere è il solito comedonchisciotte.it, citato per l’occasione da un altro blog bufalocomplottista che si fa chiamare “La stella” (perchè una perla del genere merita certamente di essere diffusa, no?).  

Di seguito l’articolo, citato passo-passo, seguito dai miei commenti in merito. Buona lettura.



Fukushima sta ancora emettendo radiazioni, che si autogenerano, incommensurabili, senza limiti, come un incorreggibile mostro Doctor Who incontrato nello spazio profondo.

Bell’inizio! Fosse scritto in prospettiva potrebbe finire con il muso di un incrociatore dell’Impero di Guerre Stellari che fa il suo ingresso nella pagina. O una cabina telefonica. Certo che, se l’idea che questo signore si è fatto sulle radiazioni di Fukushima arriva dal cinema di fantascienza, stiamo ben freschi!

Fukushima passerà molto probabilmente alla storia come la più grande “copertura” del XXI secolo.

Copertura? Ma se sono anni e anni che il mondo intero non si perde una virgola di quello che sta succedendo laggiù? Volete ancora venderci la solita menata del “meno male che ci sono i blogger che fanno informazione (cioè spacciano bufale incontrollate per verità assolute, spaventando il prossimo loro)  perchè ci vogliono tenere all’oscuro, è tutto un complotto!!!”. Ma per favore.

Governi e grandi aziende non si stanno allineando con i cittadini su rischi e pericoli; ...

Allineando? Una volta che hanno comunicato i rischi (pure conservativamente), cosa devono fare? Un dibattito pubblico coi cittadini sul da farsi?

...allo stesso modo, la verità intrinseca, come uno standard etico, comporta un rischio pari a quello della colla che tiene insieme la verità e la fiducia nelle istituzioni della società.Alla fine, questo è un esempio di come le società falliscono.

Eeeeh? Non ho capito. Standard etico? Il rischio della colla tra verità e fiducia...cos’è, una terzina di Nostradamus? Le previsioni del tempo a Marzo? Un cumulo di parole a caso?

Decine di migliaia di residenti a Fukushima rimangono in alloggiamenti temporanei più di quattro anni dopo l’orribile disastro successo nel marzo del 2011. Alcune aree fuori dal circondario di Fukushima hanno ufficialmente riaperto ai residenti, ma molti di questi sono riluttanti al ritorno a casa a causa dell’aumento della diffidenza dovuto alle affermazioni del governo sul fatto che tutto sia a posto e sicuro.

Ah beh, certo. Le autorità dicono che si può rientrare, ma che vuoi che ne sappiano i loro plotoni di esperti? È un complotto, vogliono farci credere che è tutto a posto e invece ci uccideranno tra atroci sofferenze!
A parte che tra le stesse autorità c’è senz’altro qualcuno che a sua volta è stato evacuato ed ha tutto l’interesse a rientrare a casa in sicurezza; ma soprattutto, se avessero voluto ingannare la popolazione, non sarebbe stato più semplice minimizzare i rilasci al fine di non evacuare del tutto la zona? Meno pubblicità negativa per l’industria nucleare, meno dichiarazioni imbarazzanti, meno guai internazionali...ci ho pensato solo io?

Parte di questa riluttanza ha a che vedere con i sintomi delle radiazioni.

Sintomi? Vuol dire gli effetti...mica è una malattia!

 È insidioso perché non può essere intercettato dai sensi umani . Le persone non sono biologicamente equipaggiate per sentire il suo potere, o vederlo , o ascoltarlo, toccarlo, odorarlo.

Ma di chi o che cosa sta parlando, esattamente? I sintomi di una malattia sono gli effetti visibili, per definizione...cos’è insidioso allora?

Non è tutto, accumula lentamente nel corso del tempo una moda vile che serve a nascondere gli effetti fino a che non sarà troppo tardi.

Ma cos’è, un indovinello? Cos’è quella cosa che si accumula lentamente in modo vile fino a nascondere i suoi effetti anche dopo si sono visti i sintomi, cioè gli effetti stessi? Mah...

martedì 2 settembre 2014

Attivisti o Fess…enheim?

La Stampa scriveva recentemente che “Inizia oggi a Colmar, nell’est della Francia, il processo agli attivisti di Greenpeace che il 18 marzo avevano tentato un’irruzione nella centrale nucleare di Fassenheim, in Francia. Tra gli imputati, in tutto 55, ci sono anche sette italiani.

Poverini. Stando all’articolo, questi signori si erano permessi di sfondare i cancelli della centrale ed arrampicarsi sull’edificio reattore per appendere uno dei loro striscioni. Come dire, forse era vietato (oltreché pericoloso) introdursi in quel modo nella centrale?

Beh, ora questi 55 Fessacchiottenheim sono stati arrestati e dovranno rispondere di fronte a un giudice, probablimente per violazione di proprietá privata e altre simpatiche accuse. Molti di essi, poi, essendo cittadini extracomunitari, sono stati anche banditi dal rientrare in Europa, sicché se avevano un lavoro in Francia molto probabilmente lo perderanno per via di questa bravata. Ah, l’intelligenza superiore dell’attivista di Greenpeace!

Beh, guardate: siete liberi di fare sit-in di protesta e campagne di  (dis)informazione, nonché credere ciecamente ai luoghi comuni senza approfondire e capire un tubo di come si produce l’energia e di cos’é veramente la radioattivitá. Violare una proprietá privata peró, quale ne sia il fine, continua ad essere reato e pertanto, se lo fate, finite nei guai. Provate un po’ a pensare altrimenti: io potrei tranquillamente invadere casa vostra impunemente, magari sostenendo che un mio trisavolo andava ad allevare le pecore sul terreno in cui sorge la vostra arrogantissima abitazione.

Breve nota a margine: per ragioni a me oscure, pare sia difficilissimo riportare correttamente il nome di “Fessenheim”, vedi post precedente sulla stessa centrale. Possibile? Basta cercare con Google...o forse anche certi giornalisti sono un po' Fessenheim?

giovedì 5 dicembre 2013

La vera dimensione delle idiozie allarmiste su Fukushima


Va bene, adesso comincio a essere stufo. 
Stufo di vedere gente che linka sui social network le idiozie piú incredibili. Stufo di chiedergli “ma ci credi davvero?” e sentirmi rispondere “ah, non lo so...mi sto documentando”. 

E ancora piú stufo di sentire gente che dice “non ho tempo di leggere nel dettaglio, ma...guardate qui” (segue un link a qualcosa di talmente assurdo che non meriterebbe nemmeno di essere letto). 

Peggio ancora, di gente che interviene linkando un sito che cerca di smentire parte delle corbellerie complottiste, e il suo commento é “Scusate, solo per fare un pacato contraddittorio”.

Pacato contraddittorio? Qui c’é un problema strutturale di ragionamento logico: non solo non si fa distinzione tra corbellerie cosmiche e fatti plausibili (verificarli viene in un secondo momento), ma le corbellerie di cui sopra sono presentate usando argomentazioni palesemente fallaci (qui una breve galleria di mostri che ho messo assieme un po’ di tempo fa).

Ma come fate a credere a un elenco di pareri della serie “Secondo un professore in pensione che conosco, l’apocalisse nucleare sará presto su di noi” (principio di autoritá)? Ma non vi accorgete davvero di come chiunque possa prendervi in braccio facilmente scrivendo cose senza alcun senso pratico ma con un tono misterioso, alludendo a complotti e sedicenti esperti? Davvero non sentite ridere in lontananza?

Va bene, adesso ho deciso che sentirete ridere almeno il sottoscritto. Quello che segue é il commento, completo e spezzato in piú pagine per leggibilitá, di uno dei tanti siti che riportano piú o meno la stessa idiozia, tradotta in italiano. A quanto ho visto, la fonte iniziale sembra essere un blog noto come washingtonsblog.com. Buona lettura.

Grazie a mikirav e vittorio.75 per la segnalazione.

sabato 17 agosto 2013

Il World Health Organisation é assoggettato all’International Atomic Energy Agency? Ma fatemi il piacere.

Scavando nei vecchi post di un noto rotocalco di intrattenimento umoristico, mi sono imbattuto nell'opinione dotta di un ricercatore sul tema dell’energia nucleare, ai tempi del referendum 2011. 
Francesco Sylos Labini, autore del post, esordisce, riferendosi a chi afferma che le centrali nucleari siano sempre piú sicure, dicendo che “Può darsi, il problema, come sempre in queste faccende è la credibilità di chi fa certe affermazioni perché quasi nessuno è in grado di capire tecnicamente in che senso la sicurezza sarà aumentata”.

Dopodiché presenta ai lettori due documentari, prodotti da tale Wladimir Chertkov insieme a una certa Emanuela Andreoli. I documentari, intitolati “Il Sacrificio” e “Bugie Nucleari”, affrontano rispettivamente il tema dei cosiddetti “Liquidatori” (il personale che, ai tempi dell’incidente di Chernobyl, si occupó di bonificare l’area colpita e mettere in sicurezza il reattore) e il tema della presunta dipendenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanitá (WHO, World Health Organisation) dalla IAEA, l’International Atomic Energy Agency. Naturale la conclusione del nostro saggio scienziato: “Per chi avesse ancora qualche dubbio, suggerisco la visione dei due documentari: io voto Sì.

Senza entrare nel merito della questione Liquidatori, poco chiara anche a causa della situazione politica del tempo in quella zona, vorrei chiedere al buon Labini se gli sia mai passato per l’anticamera del cervello che le “Bugie Nucleari” di cui vaneggia Chertkov a riguardo della dipendenza del WHO dall’IAEA possano essere un tantinello in contraddizione con la credibilitá di cui sopra.

In breve, cito dal Labini stesso: “Nel secondo [video], Bugie nucleari, emerge l’esistenza di un conflitto di interessi tra due Agenzie delle Nazioni Unite direttamente responsabili della gestione delle conseguenze della catastrofe per la salute delle popolazioni contaminate. Secondo Tchertkoff, un accordo firmato nel 1959 tra l’Oms e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica impedisce all’Oms di agire liberamente nel campo nucleare, se non ha l’assenso dell’Aiea."
E ancora "[IAEA] impone il suo diktat all’Oms, il cui scopo, espresso nel Capitolo I della sua Costituzione, è di “condurre tutti i popoli al livello di salute più alto possibile”. L’Oms è teoricamente garante della salute delle popolazioni nel mondo e ha autorità presso gli Stati membri ma non può agire in virtù di questo accordo.

Bene, in questo link c’é il testo integrale dell’accordo tra IAEA e WHO, risalente proprio al 28 maggio 1959. Dove si dichiara che le due agenzie agiranno in cooperazione (Articolo I), aiutandosi l’una con l’altra, condividendo informazioni, statistiche e documentazione (Articolo III e VII) e prestandosi a vicenda risorse, personale e mezzi (Articolo VIII), al fine di raggiungere piú facilmente possibile gli obiettivi dei rispettivi statuti. L’articolo II dice anche che i rappresentanti di un’agenzia parteciperanno senza diritto di voto alle assemblee dell’altra, e l’ultima della prima.

In altre parole, si tratta di un accordo di cooperazione e non interferenza, che prevede innanzitutto l’assoluta paritá tra le due agenzie nel controllare ed aiutare l’operato dell’altra. Poi prevede anche che ciascuna agenzia passi all’altra quello che le é di competenza. Tanto per capirci, ecco perché  il rapporto sugli effetti sanitari dell’incidente di Chernobyl é stato redatto dal WHO e non esiste una controparte IAEA, magari in contraddizione con il WHO. E l’IAEA ha con ogni probabilitá anche assistito ed aiutato il WHO a fare il suo mestiere, fornendo mezzi e facilitando il lavoro. Non solo: il WHO ha anche emanato direttive che pongono obblighi agli esercenti di centrali nucleari per esempio di somministrare le pastiglie di iodio in caso di emergenze nucleari, come citato in questo comunicato ufficiale del WHO sulla questione. Altro che WHO schiava dell’IAEA.

Ma allora come mai "Dal 26 aprile 2007, ogni giorno lavorativo dalle 8 alle 18, una, due o tre  attivisti, le cosiddette sentinelle, vigilano davanti alla sede dell’Oms, a Ginevra, per chiedere l’indipendenza dell’Oms"? L'unica risposta che mi viene in mente é...poco diplomatica. Diciamo solo che Carlo Cipolla evidentemente ha tutte le ragioni (vedi prima legge).

A questo punto vorrei complimentarmi con il caro Labini: sará anche un buon ricercatore, ma ha dimostrato di essere anche un bel credulone nel bersi acriticamente le panzane di Chertkov (bastavano cinque minuti di google per trovare il testo del trattato sul sito IAEA), nonché di agire attivamente (votando e consigliando i suoi lettori) sulla base di accuse gravemente false senza prima verificarle, infamando ancora una volta in pubblico della gente che fa solo il proprio lavoro. Niente male per uno che si permette di criticare la credibilitá degli altri.

mercoledì 31 luglio 2013

Facite ammuina!! Ovvero: l’ottemperanza a un accordo internazionale provoca un putiferio di commenti

(C) Nicola Romani, Wikipedia
Repubblica, instancabile fucina di corbellerie atomiche (anche attraverso l’associato Huffington post), riporta in svariati articoli di un misterioso e inquietante trasporto avvenuto nella notte fra domenica e lunedí scorsi tra il centro di ricerca ENEA di Trisaia di Rotondella (MT) e la base militare aerea di Gioia del Colle (BA)
Scortato da circa 300 membri di diverse forze dell’ordine, il carico era, secondo l’ultimo articolo, costituito dalle 84 barre di materiale radioattivo di proprietá USA che venivano rispedite in patria a seguito degli impegni presi al vertice internazionale di Seoul nel marzo 2012.

Meravigliose le cadute dal pero per i nostri stracciatori di vesti professionisti! Numerosi esponenti politici aprono interrogazioni parlamentari per chiedere ai ministri dell’Interno e della Difesa "se sono vere le informazioni sul trasporto, di conoscere quale materiale è stato trasferito e se sono stati rispettati i protocolli standard di sicurezza per l'ambiente e il territorio", mentre gli ambientalisti di turno e persino il presidente della regione (non piú in carica ufficialmente) “hanno chiesto spiegazioni al Governo” (Huffington post). 

Ok, manteniamo la calma: secondo voi una scorta di 300 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e altro significa che sono stati rispettati i protocolli standard di sicurezza o non gli é venuto in mente? 

Trovo poi buffo che si aprano interrogazioni parlamentari in fretta e furia e si tiri fuori addirittura un nonsenso quale “Voglio sapere se ci sono stati pericoli per l'ambiente” (al passato? Non é un evento che si ripeterá! É un po’ come chiedersi “ma in quell’incidente dell’anno scorso siamo morti?”). Evidentemente, chi voleva e doveva saperlo, sapeva benissimo da quasi un anno e mezzo che il trasporto sarebbe avvenuto.
Addirittura il presidente dei Verdi Angelo Bonelli riesce a farsi un’uscita veramente mitica, con fragorosa e roboante caduta dal pero e domande davvero geniali (fonte la gazzetta del mezzogiorno.):
  1. Chiediamo che l’Ispra effettui immediatamente un monitoraggio del percorso compiuto dal convoglio militare per appurare che non ci siano state variazioni ai livelli di radioattività normalmente registrati” (Caspita sta dicendo? Il convoglio era ovviamente chiuso e non ci sono stati incidenti, quindi NON c’é nessun aumento di radioattivitá da nessuna parte!)
  2. Cosa trasportava il convoglio del mistero?”(Le barre di uranio da restituire agli americani...dove sta il mistero esattamente?
  3. Si trattava di materiale radioattivo? (No, erano ombrelloni da spiaggia...solo che volevano essere sicuri che nessuno li rubasse e si andasse a fare un bagno notturno nello Ionio, percui i 300 agenti...)
  4. Erano scorie? Combustibile nucleare? Si trattava forse di plutonio? (Non lo so, Bonelli! Chieda i dettagli agli americani...)
  5. Dov'è stato portato il carico?(Alla base aerea di Gioia del Colle e poi negli USA. Lo sanno anche i sassi ormai!)
  6. “E' stato portato via con un aeroplano?” (No, l’hanno spostato in un aeroporto per poi portarlo via in bici fino in America...)
  7. “Quali misure di sicurezza sono state adottate a tutela della salute e dell’ambiente?” Bah, dice che se fosse successo qualcosa quei trecento tra poliziotti, carabinieri, guardia di finanza e altri se ne sarebbero accorti, dando l’allarme? O la faccio troppo facile a fidarmi?

E via a parlare, tra le altre corbellerie, di militarizzazione del territorio! Ma se é materiale militare, secondo Bonelli dovevano farlo scortare dai puffi? Evviva l’ipocrisia demagogica!

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Aggiornamento 2013-08-03:

Grazie a Mattia Butta per aver postato il filmato integrale e la trascrizione completa del discorso della parlamentare pentastellata Mirella Liuzzi presso la Camera dei Deputati in merito alla vicenda. Ascoltando il video, mi vergognavo al posto suo. Ecco la trascrizione con alcuni commenti:


"Signor Presidente, volevo far conoscere all’Aula un fatto gravissimo che è successo stanotte in Basilicata. Ebbene alle 3,10 di stanotte, nella migliore tradizione clandestina, 300 poliziotti, carabinieri e militari hanno scortato probabilmente un travaso di materiale radioattivo dall’Itrec in Trisaia di Rotondella all’aeroporto militare di Gioia del Colle."
Ok, leggiamo un attimo il vocabolario della lingua italiana Treccani (tanto per citarne uno famoso):
 "clandestino agg. [dal lat. clandestinus (der. dell’avv. clam «di nascosto»), attrav. il fr.clandestin]. – 1. Che è fatto di nascosto, e si dice per lo più di cose fatte senza l’approvazione o contro il divieto delle autorità"
Sono solo io a pensare che definire "clandestino" un trasporto scortato da trecento poliziotti, carabinieri eccetera sia una tavanata di proporzioni galattiche? Cos'é, erano lá a loro insaputa?
"Nessuno è stato informato, l’operazione non è avvenuta in trasparenza, gli stessi amministratori e sindaci di Nova Siri, Rotondella e Policoro non sono stati informati di questo trasferimento. 
Quindi delle due una: o trecento agenti delle varie forze dell'ordine hanno agito di loro iniziativa, completamente slegati dalle autoritá locali (complottooooooo!!) oppure semplicemente i suddetti sindaci sono in cerca di consenso popolare facile.
E non c’è segreto militare che tenga: i cittadini devono essere informati di quello che accade nel proprio territorio, soprattutto se riguarda una cosa così fondamentale come le scorie radioattive. 
Ma che segreto militare! Una delle misure di sicurezza comunemente adottate per i trasporti pericolosi é proprio quella di non spargere troppo la voce, evitando cosí di fornire dettagli sul trasporto a potenziali terroristi o anche semplicemente attivisti che, con le loro proteste, potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza del trasporto e la propria incolumitá. Da cui deriva facilmente: la cosa migliore é trasportare il materiale nottetempo, quando la maggior parte della gente dorme e il rischio di incidenti stradali/ferroviari é minimizzato. I comuni hanno poi normalmente a disposizione un piano da attuare in caso di emergenza con un trasporto di materiale pericoloso, che vale per tutti i trasporti ovviamente! Qui un esempio dettagliato per il Lazio.
Ma secondo la nostra espertissima parlamentare pentastellata no, non si fa cosí! La prima cosa da fare per tutelare la sicurezza della gente in questi casi é avvisare tutti, proprio tutti! Grazie, On. Liuzzi, meno male che c'é Lei che insegna a quegli ignoranti di Trisaia come si gestiscono i materiali pericolosi.
Lo spostamento dovrebbe riguardare delle barre di Elk River che sono state trasferite in Basilicata tra il 1969 e il 1971. Se tali barre sono state trasportate, hanno bisogno di contenitori speciali, che ovviamente, portati all’aeroporto di Gioia del Colle, devono essere trasferiti via aerea. Ma questo è un trasferimento pericolosissimo che può soltanto avvenire via terra, quindi tramite ferrovia o sull’autostrada, cosa che però in Basilicata noi non possediamo. 
Benvenuta nel mondo vero, On. Liuzzi! Vuole cortesemente spiegarlo Lei agli americani che le loro barre non possono essere trasportate perché la Basilicata non possiede una ferrovia o un'autostrada che secondo Lei vada bene? Dovrebbe anche spiegar loro che gli Italiani non sono un popolo che si perde in procedure evidentemente inapplicabili, hanno normalmente la capacitá di andare oltre...tranne alcuni direi.
Quindi quale materiale è stato trasferito e per quali ragioni ? 
  Aspetti un momento. Sta dicendo che ha sollevato un polverone (ingiustificato) ma in realtá non é sicura, anzi non sa che cosa é stato trasferito e perché?
Dopo le vicissitudini di Scansano del 2003, dopo che la mia terra continua ad essere inquinata e depredata dal petrolio, noi vorremmo sapere cosa sta accadendo. Ce lo chiedono i cittadini e ce lo chiedono le associazioni. Io con questo intervento vorrei porlo all’attenzione del Viceministro dell’interno, Filippo Bubbico, che è un lucano e che deve ai cittadini una risposta. O farà come il Ministro Alfano e dirà che lui non lo sapeva ?"
A parte che Scansano sta in provincia di Grosseto (assumo sia un errore di trascrizione, nel video mi pare dica correttamente Scanzano), direi che manca la conclusione "eppoi ogni tanto grandina e ci rovina i raccolti" per vincere il campionato mondiale nel fare di ogni erba un fascio! Il petrolio c'entra come i cavoli a merenda, senza contare il fatto che se la Basilicata ne é "inquinata", allora il fatto che ne sia anche "depredata" é positivo, o no? Inquina, quindi ve lo portiamo via...stesso discorso per le barre di materiale radioattivo: secondo voi inquinano, ma quando dobbiamo portarle via vi lamentate e bloccate tutto? Ma lo siete o lo fate moooolto bene? Complimenti vivissimi.

Continuo a voler tenere la politica fuori da questo blog, ma di fronte a una tale ignoranza e populismo da parte di chi vorrebbe porsi come alternativa alla "solita" politica che ha portato l'Italia in questo stato, credo di non poter restare indifferente. Pagliacci.

lunedì 20 maggio 2013

Dieci risposte per dieci domande


La rete delle reti é veramente un posto incredibile, dove si trova di tutto. Tra le tante corbellerie antinucleariste, ho scovato pochi giorni fa su un paio di blog dieci domande, risalenti al tempo del referendum “antinucleare” del 2011. La particolaritá di queste dieci domande é quella di essere domande incredibilmente precise, il che  le rende particolarmente facili da sbufalare pur partendo da assunti fastidiosamente errati. Approfitto della relativa calma nella produzione di bufale nucleari per fornire una mia personalissima risposta, nonostante ovviamente io non sia uno degli scienziati cui originariamente erano rivolte:

D1. È vero che il tasso leucemie e di mortalità per malattie tumorali e direttamente proporzionale alla vicinanza agli impianti nucleari?

R1: No, si tratta di una bufala. L’affermazione si basa su uno studio chiamato KIKK (qui lo sbufalamento nell’ambito della critica alla trasmissione TV Presa Diretta) che sostiene appunto la tesi della domanda. Lo studio é di tipo caso-controllo e considera un campione di persone residenti vicino agli impianti nucleari in Germania paragonandone l’incidenza di leucemia infantile con quella in altri gruppi via via piú lontani. Benché  evidenzi un lieve aumento di incidenza in alcuni casi, il punto chiave é che la spiegazione reale di tale aumento non é la presenza o meno di un impianto nucleare bensí qualche effetto non ancora identificato legato alla distanza dai grandi centri abitati. Uno studio successivo in UK ha confermato questa seconda spiegazione, d’altra parte coerente con l’assenza teorica di alcun nesso tra il vivere vicino a un impianto nucleare (incidenti esclusi) e l’incidenza della leucemia infantile.

D2. È vero quanto reso noto da "Medici per l'Ambiente-ISDE Italia", che «nel normale funzionamento di qualsiasi centrale nucleare (anche in assenza di incidenti o fughe radioattive) vengono inevitabilmente e obbligatoriamente prodotte e immesse nell'ambiente esterno una serie di sostanze radioattive, che entrano anche nella catena alimentare dell'uomo»?

R2. Non so cosa dicano i citati "Medici per l'ambiente - ISDE Italia", ma ovviamente anche una centrale nucleare ha un proprio fondo naturale di radiazioni, del tutto slegato dall'utilizzo di materiale radioattivo. Vi diró di piú: funzionando, essa emette grandi volumi di orrendo vapore acqueo (oppure acqua in forma liquida), che ha pure un suo fondo naturale di radioattivitá, per quanto a malapena rilevabile e non diverso dal vapore emesso da una pentola con acqua bollente sul fornello di casa. Preoccuparsi per quello significa non aver capito un tubo di come funzionano queste tecnologie e trattare le emissioni di vapore acqueo come magia nera solo perché provengono da un impianto nucleare invece che dalla pentola dell'acqua per la pasta.

D3. È possibile confinare in sicurezza (senza ricadute letali per le generazioni future dei prossimi 100.000 anni) le scorie radioattive? Come mai ad oggi non un solo grammo di scorie è stato messo in sicurezza in nessun Paese del mondo?

R3. Se confinare in sicurezza significa “senza ricadute letali per le generazioni future dei prossimi 100.000 anni”, allora anche l’accumulo precario nel centro di Saluggia, pur soggetto al rischio di inondazione, risponde senz’altro al requisito. Anche una dispersione catastrofica di rifiuti nucleari nell’ambiente, pur essendo un evento molto grave, non sarebbe certo nemmeno lontanamente “letale per le generazioni future dei prossimi 100.000 anni”. Il confinamento dei rifiuti radioattivi é oggi un problema risolto solo temporaneamente. Sono in studio soluzioni definitive ma ci sono problemi non indifferenti ad applicarle. Buona parte dei probemi oltretutto sono dovuti a forti proteste da parte di una popolazione non sempre in grado di capire cosa sta succedendo e perché, anche perché spesso male informata e allarmata proprio da questo tipo di esagerazioni. 

D 4. È possibile scongiurare disastri di proporzioni simili a quelli di Chernobyl o di Three Miles Island?

R4. Certamente, anzi é ció che l’industria nucleare ha immediatamente imparato e implementato nei nuovi impianti. É per questo che gli incidenti nucleari sono per fortuna estremamente rari: perché grazie a tutte le procedure di sicurezza, le ridondanze e gli accorgimenti di progetto soltanto un caso estremamente particolare (e per questo necessariamente molto molto raro) puó ancora causare un rilascio di elementi radioattivi all'esterno. E ancora, nonostante questo sia un caso estremo, le sue conseguenze non sono e non possono essere nemmeno lontanamente paragonabili a quelle dei veri disastri della storia industriale (Bhopal, Seveso,...tanto per citarne alcuni). Con buona pace dei parolai complottisti che emanano bollettini da ecatombe applicando una legge teorica al di fuori del contesto per cui é nata e rifiutando i risultati degli studi medici che contraddicono questa teoria.

D5. Già attualmente (senza costruire nuove centrali) stiamo consumando più uranio di quello che estraiamo. Presto i giacimenti si esauriranno: non stiamo forse preparando oggi, in tempo di pace, la futura guerra per la prossima "risorsa scarsa"?

R5: non riesco a trattenere le risate. Se chi ha posto queste domande si fosse soffermato un secondo su cosa significa “consumare piú di quanto si estrae” starei probabilmente rispondendo alle nove domande sul nucleare. Se si estrae (dai giacimenti) meno di quello che si consuma, ció é dovuto alle risorse aggiuntive rese disponibili dallo smantellamento di alcune  vecchie testate nucleari per uso bellico. Ció ha l’effetto di rallentare il consumo dei giacimenti, non di accelerarlo, (pare ovvio). Comunque l’uranio, pur essendo abbondantissimo in natura (é ovunque nella crosta terrestre, inclusi 3 mg/m3 nell’acqua di mare...naturalmente bisogna poi valutarne i costi di estrazione) prima o poi potrá anche finire o essere troppo caro. Sostenere che questo porterá necessariamente a una “guerra per la prossima "risorsa scarsa"” é un esercizio di salto in lungo (alle conclusioni) decisamente eccessivo: tanto per dirne una, é probabile che prima o poi le fonti rinnovabili diventino veramente sfruttabili in modo conveniente.

D6. Se si ammette che il nucleare è la risposta alla domanda di energia, come si potrà legittimamente negarlo a quesi paesi (si pensi all'Iran) che ne fanno e sempre più ne faranno richiesta?

R6 Tanto per cominciare, il nucleare non é “la risposta” ma una delle risorse disponibili e importanti da sfruttare. Ovviamente anche altri paesi saranno liberi di sfruttare l’energia nucleare, a patto che provvedano a garantire che non hanno intenzione di usarlo per scopi bellici. Cosa che l’Italia, paese moderno e abbastanza democratico, non ha grandi difficoltá a garantire, mentre altre nazioni meno democratiche (come l’Iran citato) avranno maggiori difficoltá a dimostrare. Solo buon senso.

D7. Data la prossimità fra nucleare civile e militare, non c'è il rischio di dover ricorrere a una eccessiva militarizzazione del territorio (diminuendo così significativamente gli spazi della gestione democratica)?

R7. Innanzitutto la “prossimitá” tra nucleare civile e militare é solo un preconcetto nella testa di certi fanatici dovuto alla confusione tra bombe nucleari e centrali elettriche (non piú vicine di quanto un’automobile lo sia a un carro armato o un jet di linea a un cacciabombardiere). Dopodiché, se stiamo parlando di garantire che la filiera di arricchimento del combustibile e di smaltimento dei rifiuti non attiri le attenzioni della criminalitá organizzata allora parliamo di scorte armate al servizio dello Stato, dunque un aiuto e non un ostacolo a garantire il rispetto della Legge e della democrazia. Chiaramente, se per “spazi di gestione democratica”si intende invece bloccare treni per il trasporto di scorie ostacolando il lavoro degli altri impunemente, beh non c’é nulla da temere: giá oggi purtroppo succede e l'introduzione della tecnologia nucleare non cambierebbe molto.

D8. È razionale investire cifre colossali per una energia così tanto prolematica e controversa, quando è risaputo ad esempio che utilizziamo solo una infinitesima parte dell'energia che il Sole invia sulla Terra?

R8. Non meno razionale che investire nell’acquisto di un’automobile quando sappiamo che la meccanica quantistica permette il teletrasporto, perlomeno a livello molecolare. Ho reso l'idea? Senza parlare del fatto che l'energia nucleare é controversa e problematica solo per quelli che non la capiscono. Senza offesa.

D9. Come è possibile che la scienza si schieri a favore di una tecnologia datata, e non di una fiorente e promettente come l'energia alternativa? Dov'è finita la curiosità dello scienziato?

R9. Giá, com'é possibile? Sará mica che ció che voi definite "una tecnologia datata" non lo é affatto e ció che voi definite "fiorente e promettente" non lo é (oggi) nemmeno un po'? Rimarrete sorpresi, ma esiste una sottile differenza tra investire risorse nell’acquisto di una tecnologia utile e investirle nella ricerca su una tecnologia non ancora utile. Il fatto é che con la prima si produce energia utile, tra l’altro, per poter studiare come arrivare alla seconda. Svelato il mistero?

D10. Abbiamo veramente bisogno di tutta questa energia? O si può (e si deve, vista anche la nostra oggi innegabile incapacità di fatto di ottenere una crescita infinita da questo nostro pianeta finito) aspirare a uno stile di vita più sobrio e ugualmente razionale ed efficiente?

R10. Incapacitá di cosa? Semmai impossibilitá di puntare a una crescita virtualmente infinita nonostante la finitezza delle risorse del pianeta (o della lentezza del loro rinnovamento naturale: il petrolio si crea spontaneamente, solo che ci mette milioni di anni...). La risposta é sí, abbiamo veramente bisogno di tutta questa energia, indipendentemente dalla riduzione (sacrosanta) degli sprechi e dall’uso razionale dell’energia. Chi sostiene questa tesi della decrescita non capisce (o non vuole capire) che é proprio lo stile di vita abbondante (anche in termini di energia) che permette loro di filosofeggiare su sobrietá, finitezza delle risorse e fare gli schizzinosi sull’uso di una tecnologia imperfetta come il nucleare.

Spero di aver dato qualche spunto di riflessione a chi ha creato queste dieci domande, oltre a sbufalare apertamente le affermazioni e gli assunti gravemente errati da cui alcune di esse partono.

giovedì 20 dicembre 2012

Fukushame, la vergogna dá spettacolo


Qualche mese fa, apprendevo dal Fatto quotidiano dell’uscita in Italia di un documentario dal titolo emblematico. Fukushame (qui il link alla pagina ufficiale), insieme al gemello Enter Fukushima, vanta di raccontare le “vergogne giapponesi” legate all’incidente nucleare omonimo. Vergogne, dice il Fatto, quali  “Limiti di esposizione alle radiazioni alzati di 20 volte per risarcire meno famiglie, fusioni del nocciolo taciute, migliaia di animali abbandonati e costretti a morire di fame e stenti”.

A detta degli stessi autori, Enter Fukushima é un “docu-movie adrenalinico di 18 minuti che riassume il percorso nella zona proibita nelle sue tappe fondamentali, con qualche concessione alla fiction cinematografica.Qualche concessione alla fiction cinematografica? In altre parole prendete Quark, togliete ció che non é spettacolare (e non fa propaganda per le opinioni dei registi) e sostituitelo con un po’ di finzione cinematografica tanto per trasformare la realtá in un’immagine coerente con le proprie idee. Strepitoso.

Ma dopo arriva Fukushame, che é invece un “documentario” (niente film stavolta) “che ripropone quanto visto in "Enter Fukushima" ma approfondendo le tematiche più dolorose con interviste a personaggi noti, persone comuni e personaggi del luogo, con aggiunte delle riflessioni dello stesso autore”. Naturalmente, essendo l’autore assolutamente imparziale (tanto che non manca di aggiungere la sua partecipazione alla manifestazione antinuclearista a Tokio del 19 settembre 2011), ha avuto cura di scegliere bene le persone intervistate perché tirassero acqua al suo mulino. Nel film troviamo il parere di grandi esperti di nucleare quali “Seiichi Nakate, esponente del Network "Save the children from radiations"” e “Maya Murofushi,animalista e famosa top model”. La conclusione non puó allora che essere “Ci si interroga sui perché di scelte sbagliate ed imposte ad un popolo ormai disilluso.

Tra i miei tanti difetti, c’é quello di non credere alle immagini ma ai fatti. La realtá infatti é spietatamente sincera e cruda, mentre la maggior parte della gente sembra pensare di poterla piegare alle proprie opinioni o ridurre a una questione di punti di vista. Ecco perché non mi piacciono i filmati costruiti per vendere opinioni.

Allora non posso proprio fare a meno di notare che l’immagine drammatica del contatore geiger appoggiato sull’erba mostra in quel punto un valore di 4,95 (c’é anche nel trailer, tenuto in mano da un signore in tuta e segna lo stesso valore). 4,95...che cosa? Si tratta di un geiger della Terra-P molto semplice che, con una rapida googlata, fornisce quasi sicuramente una stima della dose media in mSv/h.
4,95 microSievert/ora dunque, che come sappiamo sono circa 43 mSv/anno, coerenti con il 48 mSv/y medio registrato a Chernobyl. Sí, ma quanto é pericoloso quel livello di radioattivitá? Secondo l’ultimo studio del MIT, dal titolo emblematico, semplicemente zero. Nessun effetto negativo, né immediato né a lungo termine, in perfetta coerenza con la sensazione di molti addetti ai lavori (medici, radioprotezionisti e ingegneri) che i meccanismi biologici di riparazione cellulare permettano, per basse dosi, di contrastare efficacemente il danno DNA cellulare.

Ma allora “l’ansia, che cresce con l’aumentare dei beep del contatore geiger, unica voce della verità in mezzo a un mare di menzogne”? Cos’é, fa parte delle concessioni alla fiction cinematografica? Allo stesso modo delle fusioni del nocciolo “taciute” (ci sono giornalisti che le davano per certe sui giornali italiani prima ancora che il nocciolo fondesse veramente!)?

Immagini e opinioni contro la realtá. L'immagine ci parla di complotti e di stermini di massa, la teoria smentisce. E i dati concordano con la teoria anziché con le opinioni, guarda un po'. E non crediate che non lo sappiano: altrimenti perché questi signori sono tanto coraggiosi da rischiare la pelle per fare un reportage all’interno della zona contaminata? Non sará che qualcuno gli ha detto che per qualche ora di esposizione non corrono rischi reali? Qualcuno come Greenpeace che poi sostiene, in barba alla coerenza, che non esiste soglia minima al danno da radiazione (la famosa teoria LNT, creata dalla tanto vituperata UNSCEAR come strumento cautelativo e abusata comunemente per diffondere previsioni catastrofistiche in barba ai fatti)?

Giá immagino come andrá a finire: sará come per le previsioni sulle conseguenze dell'incidente di Chernobyl, che secondo Greenpeace doveva comportare milioni di morti. La realtá dei fatti ha poi dimostrato che cosí non é stato. Solo che, invece di accettare la realtá, chi ha interesse a portare avanti un'immagine catastrofica del nucleare ha continuato e continua a citare quei dati, giá smentiti piú volte, salvo poi buttarsi sul complottismo e sostenere che sono i dati ufficiali ad essere taroccati!

Nella civiltá dell’immagine, ció che un'immagine bolla come pericoloso inevitabilmente lo diventa davvero agli occhi delle masse. Va bene cosí, a me basta sperare che, ogni tanto, qualcuno abbia ancora voglia di andare oltre le idee preconcette e ragionare, invece di allinearsi al gregge e ripetere luoghi comuni all’infinito.