lunedì 25 ottobre 2010

Il meglio del meglio, da migliaia di anni

Nel TG Leonardo del 21 ottobre scorso si è parlato della riattivazione dei reattori sperimentali ENEA TRIGA e TAPIRO (qui qualche info sul reattore di Casaccia; il TRIGA è un modello noto, ce n'è uno anche al politecnico di Helsinki).

Devo segnalare che l'intervento del Dott. G. Lelli, commissario ENEA, contiene alcune imprecisioni. A parte l'evidente refuso/metafora sull'esperienza francese ("migliaia di anni di esperienza"...), l'intervistato sostiene che i reattori che costruiremo sono "il meglio del meglio, in fatto di sicurezza, che si possa immaginare oggi". A guardare la lista di problemi avutisi finora nella realizzazione dei pochi EPR presenti nel mondo (non sto a linkare, si trovano ovunque in rete!), si direbbe proprio che ciò non sia vero. Naturalmente occorre capirsi bene sulla reale gravità di certi problemi, indicati un po' da tutti gli ambientalisti col paraocchi come falle tremende quando si tratta di semplici problemi tecnici che non compromettono seriamente la sicurezza del reattore; tuttavia nutro forti dubbi che questo tipo di reattore sia molto più sicuro dei progetti concorrenti.

giovedì 21 ottobre 2010

Link interessante

Segnalo al volo questo link che ho trovato molto interessante e ben scritto. Ricordo, per chi volesse approfondire che al link di Giovedìscienza inserito nel blog (che riporto qui per comodità) si trova tuttora una conferenza tenuta a Torino qualche tempo fa proprio dall'Ing. Mathis che è citato nell'articolo. Buona lettura.

mercoledì 20 ottobre 2010



Interrompo brevemente la serie di sbufalamenti di Presa Diretta per segnalare un divertente articolo a firma Roberto Giovannini, sul quotidiano La Stampa.
Non ho tempo (purtroppo!) di verificare la tesi dell'articolo stesso; mi limito a segnalare un divertente refuso: nel secondo capoverso si legge testualmente che "Il progetto - che risale a 25 anni orsono - è quello di realizzare un gigantesco impianto idroelettrico dalla potenza di 600/700 Gwh."
Come si può verificare facilmente leggendo la brochure descrittiva dell'impianto, a pagina 20 si legge che la centrale produrrà 720 Gwh all'anno. Già perchè i Wh (Watt-ora) misurano la quantità di energia prodotta, NON la potenza! In effetti qualsiasi impianto su questa terra è in grado di produrre tutta quell'energia: basta dargli un tempo sufficientemente lungo per produrre. Ecco perchè solitamente si parla di potenza di un impianto, ovvero l'energia prodotta nell'unità di tempo (al secondo, se espressa in Watt).
720 Gigawattora in un anno (8760 ore) corrispondono a una potenza di 0,08219 Gigawatt, cioè 82,19 Megawatt (una ventina a centrale, essendo 4 in tutto). E' facile verificare che il "gigantesco impianto idroelettrico" ha un valore di potenza più che usuale per quel tipo di centrali.

lunedì 4 ottobre 2010

Presa diretta: Acqua radioattiva

Ad un certo punto si sostiene che, a causa degli scarichi passati di Sellafield, quando la legge era meno restrittiva, oggi nel “mare d’Irlanda” ci sono 200 Kg di Pu, che lo rendono “il mare più radioattivo del mondo”. Volendo fare un calcolo, sappiamo che nel mare si trovano circa 3 parti per miliardo di uranio, ovvero 3 mg per tonnellata d’acqua (http://www.wise-uranium.org/rup.html). Se l’area compresa nel  “mare d’Irlanda” è di 88.550.000.000 m2 e la profondità media è di 60 m come sostiene (questo sito di informazioni geografiche), allora risultano 5.313.000.000.000 m3 totali d’acqua. Una tonnellata d’acqua (distillata, l’acqua di mare pesa di più) è un metro cubo, quindi secondo questo calcolo nel mare d’irlanda ci sono più di 5.313.000.000.000 tonnellate d’acqua, ciascuna contenente 3 mg di Uranio. Quindi nel mare d’Irlanda ci sono più di 15.939.000.000.000 mg di Uranio (15939 tonnellate). A queste vanno naturalmente sommate le 0,2 tonnellate (200 kg) di plutonio rilasciato da Sellafield in 30 anni di funzionamento.  Se la quantità vi sembra risibile, va tuttavia precisato che il Pu239 (l’isotopo più comune) ha una emivita di 24000 anni (http://it.wikipedia.org/wiki/Plutonio), contro i  4,5 miliardi dell’U238 (http://en.wikipedia.org/wiki/Uranium). Ciò fa sì che il primo sia circa 200.000 volte più radioattivo di quest’ultimo; così 0,2 t di Pu239 emettono in teoria quanto 40.000 t di U, cioè due volte e mezza la radioattività naturalmente presente nel mare d’irlanda dovuta al solo Uranio. Considerato che in mare non c’è solo l’uranio di radioattivo (ma qui il discorso si complica), ne deriva che la radioattività totale immessa è sostanzialmente pari a quella naturalmente presente in acqua. Vorrei soltanto ricordare che questo valore è il totale emesso in 30 anni, non in un singolo momento.

Presa diretta: scarichi radioattivi

00:18:10 – siamo di nuovo in Inghilterra, nelle vicinanze dell’impianto di riprocessamento combustibile di Sellafield. Un autoctono ci spiega come “il riprocessamento consiste nella liquefazione delle scorie, da cui vengono poi separati i nuclidi ancora utilizzabili, come uranio e plutonio” e “questo processo tuttavia produce scorie, che vengono liberate qui, davanti a noi, nel mare”.
Stando a questo documento, l’associazione non governativa Greenpeace ha effettivamente accusato pubblicamente l’impianto di Sellafield di scaricare in mare le scorie a bassa attività che derivano dal riprocessamento delle scorie ad attività alta. Come potete leggere, secondo il rapporto 2005 del RPII (Radiological Protection Institute of Ireland) la quantità media di radioattività nel pesce è comunque inferiore a 1 Bq/Kg . C’è da dire che, in passato, le normative erano piuttosto lasche e consentivano livelli di inquinamento abbastanza elevati, in ambito chimico come in ambito nucleare. La speranza è che la nuova legislazione, più stringente, sia rispettata alla lettera così come era per le vecchie norme (l’inquinamento prodotto era infatti entro i limiti di legge dell’epoca, sostiene la stessa fonte).
00:21:50 – spunta un contatore geiger (giova ribadire: uno degli strumenti più semplici ed economici, quindi inaccurati, per rilevare la radioattività ambientale, qui qualche informazione ; utili tuttavia per avere un’idea dei livelli di radiazione presenti). L’intervistato rileva “10 scariche al secondo”, sostenendo che il fondo naturale dovrebbe essere “tra 5 e 7 scariche al secondo”. In generale, è piuttosto difficile dire quanti cps in un geiger costituiscono fondo naturale e quale soglia dev’essere considerata indicazione di qualcosa che non va: comunque stando a questo documento, la soglia di allarme indicata a chi deve fare dei rilevamenti si aggira attorno ai 100 cpm, cioè poco più di 1,6 cps per un geiger del tipo indicato. Un valore del genere corrisponde all’incirca a 28,6 mR/h, una dose di radiazione per la quale la fonte commenta “This value is certainly not of any health concern”.  Si tenga tuttavia presente che “dose = 0” non esiste in natura e che, in linea teorica, qualunque dose può determinare un effetto a lungo termine (per saperne di più sulle radiazioni ionizzanti).
00:22:10 l’intervistato esclama “ecco – siamo già a 10-12 cps, il doppio della radioattività naturale” e successivamente “è sicuramente colpa della centrale”. In entrambi i casi, l’affermazione è scorretta: innanzitutto misurare per un istante un valore “doppio del fondo naturale” è per sua natura non significativo, essendo un rumore statistico. Ma l’affermazione più grave è la seconda: dire che è sicuramente colpa della centrale nucleare che si trova a circa 5 km da lì (come sostengono nel filmato) è un po’ come trovarsi in città su una strada trafficata (fondo naturale) e cercare di attribuire la presenza in aria di una concentrazione elevata di CO2 alla ciminiera di una fabbrica distante 5 km...chi lo sa se ci sono altre fonti nei paraggi? A quale distanza? Quanto emettono? Se qualcuno pensa che non ci siano altre fonti di radioattività oltre agli impianti nucleari, guardatevi un po’ questo documento e poi mi dite.

Aggiornamento: l’allegro epidemiologo

Prosegue la serie di commenti alla puntata di "Presa Diretta" di domenica 19/09.

Al minuto 00:03:57 il Prof.  Hoffmann, co-autore del KIKK-Studium dice che è "Chiaro che l'aumento delle leucemie infantili ha a che fare con le centrali atomiche, altrimenti tutta l'indagine sarebbe stata totalmente assurda. Altrimenti avrei potuto fare le indagini attorno...alle buche delle lettere o attorno ai semafori. Ma io non l'ho fatto. Io ho fatto la ricerca attorno alle centrali nucleari. Il che significa che se trovo un rischio di aumento di cancro infantile questo ha per forza a che fare con le emissioni delle centrali nucleari”.

Queste affermazioni, da parte di un epidemiologo di fama, sono gravissime: come abbiamo ripetuto più volte, il KIKK studium è un case-control study e scientificamente, pur essendo molto accurato, non dimostra proprio nulla. Non è solo un’arrampicata sugli specchi: sostenere che esiste un legame tra l’aver effettuato lo studio con riferimento agli impianti nucleari e il fatto che questi siano la causa reale è concettualmente errato. È proprio il punto che gli si contesta: è come se io sostenessi che la temperatura media estiva è in aumento guardando l’evoluzione dei costumi da bagno nell’ultimo secolo. Si sono ristretti vistosamente, eppure la ragione non è evidentemente il (presunto o reale) riscaldamento globale, ma l’evoluzione della moda nel mondo civile.
Ora, se questo signore pensa di essere divertente citando la possibilità di studiare l’influenza sulle leucemie infantili delle cassette delle poste e dei semafori, vorrei ricordargli che stiamo parlando della salute dei nostri figli e che ci aspettiamo da lui il massimo rigore scientifico e la massima imparzialità.

Casomai vi fossero dubbi sull’interpretazione da dare all’affermazione del dott. Hoffmann, a seguire egli rincalza: "questo studio ha dimostrato chiaramente che il rischio c'è e che non possiamo più affermare che le emissioni delle centrali nucleari non danno nessun tipo di problema di salute". Come abbiamo visto poc’anzi, quest’affermazione è semplicemente falsa.