martedì 6 gennaio 2015

Riscaldamento globale e dogmi. Ovvero: perché sono cautamente scettico sul Global Warming.

Ritrovando con sorpresa una vaga parvenza di tempo libero, mi son sentito in dovere di scrivere due righe su un tema da molto tempo sulla bocca di tutti: il cosiddetto riscaldamento globale, o global warming.

Ormai tutti (o quasi tutti...) danno per scontato che il riscaldamento globale sia una realtá assodata e pericolosa, e che sia necessario fare veri e propri sacrifici per evitarlo.
Ma che cosa c’é di vero? A mio avviso, non basta parlare di riscaldamento globale per chiedere (o imporre...) azioni concrete contro di esso; in effetti, il problema si puó articolare in quattro domande fondamentali:
1.     Esiste davvero un riscaldamento globale?
2.     Se esiste, é da ritenersi anomalo?
3.     Qual é la causa del riscaldamento?
4.     Quali sono gli effetti?

Cominciamo dalla prima domanda: la risposta é sorprendentemente positiva e discretamente documentata. Esistono infatti centinaia di studi, pazientemente raccolti e ordinati dall’IPCC, che mostrano un andamento a crescere della temperatura terrestre, intesa come media globale, come media stagionale locale, e in molte altre accezioni. Non ho tempo di linkare tutti gli studi, ma potete trovare facilmente un sunto dei risultati nel rapporto sul sito dell’IPCC.

Dunque é vero, la terra si sta riscaldando. Ma quanto? Con che velocitá? E soprattutto, siamo sicuri che questo sia un fenomeno anomalo, dovuto principalmente all’azione dell’inquinamento umano? La risposta é ben piú fumosa della precedente: analizzando l’andamento delle temperature globali nel corso dei milioni di anni, infatti, quello che si nota facilmente sono due indizi, uno a favore e l’altro contro questa ipotesi.

L’indizio a favore dell’ipotesi antropica é proprio la velocitá con la quale le temperature si stanno alzando: in passato infatti, non era mai successo (per quanto si abbiano dati diretti e sufficientemente precisi...) che la temperatura variasse a una tal velocitá. Tuttavia, il secondo indizio é che la temperatura odierna rimane comunque di parecchi gradi piú bassa della temperatura massima mai raggiunta dal globo terrestre durante la sua lunga storia.

In termini di analisi dati, questo significa che l’andamento potrebbe essere anomalo (ovvero associato a una causa speciale, che a sua volta potrebbe essere l’inquinamento di origine antropica)...ma anche no. Potrebbe infatti trattarsi di una cosiddetta causa comune, ovvero una fluttuazione statistica entro i limiti di temperatura fisiologici della Terra che nulla ha a che fare con azioni particolari che stanno avvenendo in questi anni/secoli, men che meno l’inquinamento atmosferico. Quale sará la veritá?

La nostra fiducia nell’allarme sul riscaldamento globale é poi destinata a peggiorare se assumiamo che il riscaldamento sia anomalo e ci chiediamo quale ne sia la causa speciale: l’IPCC infatti sembra proprio aver simpaticamente assunto (cioé dato per scontato) che si tratti dell’effetto-serra dato dall’inquinamento atmosferico da CO2, sebbene in questi anni stia un po’ prendendo in considerazioni anche altri fenomeni. Ma, a quanto mi risulta, l’idea che possa trattarsi di un’altra causa, per quanto speciale, non é stata nemmeno presa in considerazione: in altre parole, la teoria del riscaldamento globale é partita dall’idea che sia la conseguenza di un effetto-serra dovuto alle emissioni antropiche. Partire assumendo una causa e cercare di dimostrarne il nesso provando che l’effetto esiste é un po’ come assumere di avere mal di testa a causa degli occhiali e dimostrarlo con un test oculistico. Non stupiamoci poi se, cambiati gli occhiali, il mal di testa rimane.
Da ultimo, é bene chiedersi: posto che la Terra si sta riscaldando, assunto che si tratti di una causa speciale e dato per scontato (chissá perché) che la causa speciale sia l’inquinamento di origine antropica, quali sono gli effetti di questo benedetto riscaldamento globale? Anche qui siamo un po’ malmessi: l’IPCC infatti ci propone  modelli matematici fatti al computer, che generalmente portano ad apocalissi, scioglimento dei ghiacciai e altre amenitá nel giro di pochi anni o secoli. Salvo poi ricordarsi di tenere conto anche di qualche altro fattore, scelti da chi fa l’analisi tra l’immensitá di possibili fattori che contribuirebbero al clima, ed aggiungerli al modello, cambiando completamente il risultato ottenuto col modello precedente.

Su questo nessuna sorpresa, il clima terrestre é uno dei fenomeni piú complessi che esistano ed é senz’altro fortemente non lineare. Per definizione dunque, la risposta a una piccola differenza delle condizioni iniziali puó portare a una differenza drammatica nelle conseguenze a lungo termine. Questa é poi la ragione fondamentale per la quale i migliori modelli di previsioni meteo falliscono miseramente a distanza di una settimana o poco piú; non sto quindi a precisare perché non penso che un modello costruito per prevedere il clima su scala globale e da qui ad alcuni secoli possa minimamente dare una risposta affidabile.

Dati i dubbi elencati sopra, é ancora ragionevole mettere in atto provvedimenti per limitare le emissioni di CO2? Qualcuno potrebbe pensare di no, ma personalmente sono comunque favorevole: indipendentemente dal fatto che il riscaldamento globale sia un’anomalia o meno, dovuta o meno alle emissioni di CO2 e destinata o meno a portare conseguenze rovinose per la nostra esistenza, un’azione mirata a rendere piú efficienti i nostri sistemi produttivi e ridurne gli sprechi non puó che migliorare il nostro stile di vita. Nel dubbio che il riscaldamento globale possa effettivamente essere dannoso, inoltre, male non fa cercare di metterci una pezza come possiamo.

Quello che personalmente mal sopporto, invece, sono le mandrie di fanatici che spingono verso sacrifici inenarrabili, a volte veri e propri passi indietro tecnologici e culturali, in nome del global warming. Per non parlare dei vari interessi economico-politici da parte delle lobby della green-economy, spuntate come funghi in questo contesto e capaci di condizionare le menti di chi non puó o non vuole ragionarci sú.


Spero di aver chiarito il mio punto di vista cautamente scettico; la parola ai commenti, come sempre benvenuti.

Aggiornamento 2017-06-03
Dopo mesi e mesi, trovo finalmente il tempo per un breve aggiornamento, focalizzato su un'argomentazione piuttosto interessante ed efficace che ho trovato a fatica, sepolta in un blog scientifico.
L'idea è questa: milioni di anni fa, la temperatura terrestre era molto più elevata, e così era anche il livello di CO2 in atmosfera. Nel corso dei millenni, le forme di vita vegetali hanno faticosamente catturato quella CO2, usando il carbonio per crescere e rilasciando l'ossigeno in atmosfera. Ciò ha portato alla situazione attuale, mentre le piante gradatamente morivano e rimanevano via via sepolte negli strati geologici in formazione, trasformandosi in idrocarburi.
Ed eccoci all'oggi: noi stiamo bruciando proprio quegli idrocarburi, riportando in atmosfera a ritmo rapidissimo quell'antica CO2. L'idea pericolosa quindi non è tanto il riscaldamento globale in sé, quanto il fatto che questo è accompagnato da un pari aumento di anidride carbonica. L'aria della terra, insomma, si fa via via più viziata.
Tornando all'analisi del post qui sopra, questo giustifica parzialmente la scelta di assumere  le emissioni di CO2 come unica o principale causa del riscaldamento globale. 
Quanto alle conseguenze, vale il discorso fatto sopra, anche se una di esse è facilmente individuabile, soprattutto nella nostra montuosa Italia: le grandi nevicate in montagna che caratterizzano il tardo autunno e l'inverno saranno probabilmente sempre più sostituite da piogge torrenziali, per via delle temperature più alte; ma la pioggia, al contrario della neve, scende immediatamente a valle, causando piene ed alluvioni e disperdendo quella riserva d'acqua che la neve in montagna costituisce. Ergo: se continua così, dobbiamo purtroppo aspettarci più alluvioni in autunno e, mancando l'accumulo di neve, più siccità d'estate. 

Alla prossima.