mercoledì 6 aprile 2011

Buone Nuove dal Giappone e altre bufale

Prima e dopo le riparazioni
alla perdita d'acqua.
Foto: (C) Kyodo News

Ci sono ottime novità: la falla che zampillava acqua radioattiva dai sotterranei del reattore 2 di Fukushima Daiichi è stata finalmente tappata (tutte le fonti, in particolare Kyodo News, BBC  World News, IAEA e l’ottimo blog unico-lab segnalato da Mario, che ringrazio caldamente). Speriamo ora che non ci siano altre perdite di rilievo.  Le ultime di Kyodo News dicono che TEPCO avvierà l’immissione di Azoto nei reattori per scongiurare il pericolo di ulteriori esplosioni d’idrogeno (l’operazione dovrebbe essere già iniziata mentre scrivo).

Nel frattempo, sul sito del MEXT ci sono le letture di radioattività di ieri, relative alle diverse prefetture Giapponesi. In particolare nella prefettura di Fukushima si rilevano valori di un certo rilievo: a circa 20 Km  a nord-ovest dell’impianto il ministero giapponese segnala ben 58,3 mSv/h (nella zona di evacuazione, che a questo punto non è più precauzionale direi) e alcuni valori tra 26 e 29 mSv/h in siti entro 30 Km dalla centrale (zona del tanto discusso Sheltering, cioè l’obbligo di stare in casa a porte e finestre chiuse per limitare il contatto con il materiale radioattivo).

dati di unico-lab, tratti dal Japan Atomic Industrial Forum (JAIF)  sono in sostanziale accordo con la NISA, ma la cosa non stupisce. I dati del team di Greenpeace che monitora la zona sono invece interessanti perchè minori dei 10 mSv/h che GP stessa dichiarava qualche giorno fa a 40 km dalla centrale, il che presumo significhi che c’è un miglioramento. Ora il punto massimo misura  4,52 mSv/h (segnalo solo il refuso “activity” nell’intestazione della colonna: è una dose, non una misura di attività).

Per quanto riguarda la contaminazione marina, IAEA sostiene che i suoi rilevamenti indicano fino a 41.000 Bq/l di Iodio-131 e 19.000 Bq/l di Cesio-137 (rilevati durante la mattinata del 4 aprile; il trend per entrambi gli isotopi era però purtroppo in aumento).


Schema dell'area della centrale di Fukushima Daiichi con le stazioni
di monitoraggio e i valori rilevati giorno dopo giorno
Schema: NISA
Si trovano anche le letture di radioattività della NISA alla centrale di Fukushima Daiichi aggiornate al 4 aprile: i livelli sono in generale piuttosto elevati, per esempio nella stazione di monitoraggio lato sud degli uffici si sono rilevati valori in lenta discesa da 808 a 750 mSv/h . Qui di fianco un’immagine che mostra i punti di rilevamento nelle vicinanze della centrale e i valori riscontrati in questi giorni.

Le letture indicate significano che una persona che fosse rimasta sottoposta a quella dose per un lungo periodo di tempo (per esempio un tecnico della centrale che rimanesse lì a lavorare per un turno di otto ore) riceverebbe una dose totale di circa 6.232 mSv, cioè 6,232 mSv. Non è una dose da effetti immediati, dunque sul momento non proverebbe alcun sintomo. Dando però credito alle stime conservative dell’autorevole ICRP (International Commission on Radiological Protection, che tra l’altro emana raccomandazioni specifiche per la crisi giapponese) sulla relazione dose-danno e sulla mancanza di soglia minima per gli effetti ritardati (questo articolo online dovrebbe chiarire un po’ le idee ai profani), il poveretto avrebbe un incremento dell’incidenza (probabilità) di tumore o leucemia di circa +0,006232% annuo per alcuni anni. Questo naturalmente a patto di non ricevere nessun’altra esposizione, cosa che definirei improbabile data la situazione...credo comunque che riporti efficacemente il problema alle sue dimensioni reali. La BBC ha addirittura prodotto una stima che vedrebbe i lavoratori della centrale avere un incremento dell’incidenza di tumori/leucemie dell’ordine del 2-4% complessivo in tutta la vita (a fronte di una probabilità complessiva di tumore in tutta la vita del 25%). La stima si basa su valori di dose equivalente di 400 mSv, che era quanto era stato dichiarato da TEPCO stessa nei momenti di massima esposizione alle radiazioni dei suoi tecnici; va naturalmente presa con le pinze finchè non sapremo veramente quali dosi sono state assunte complessivamente.

A livello di bufale nucleari segnalo la parziale smentita dell’Ing. Ruffatti, che su Giappopazzie tenta rocambolescamente di spiegare nel dettaglio alcune affermazioni per le quali ha ricevuto forti proteste (vedasi l’articolo sul Fatto quotidiano sbufalato nel post di ieri). Ruffatti, contattato di persona, si scusa perchè il giornalista del Fatto (ricordiamo nome e cognome: Marco Maroni) gli avrebbe messo in bocca “per fretta” alcune panzane. Egli dice inoltre “Infine le debbo dire che io non ho affatto guidato il programma atomico dell'Ansaldo: allora avevo 29 anni e molti capi sopra di me, io ero solamente il capo officina che ha costruito gli internals e 21 scambiatori di BP” [sic]. Leggo ora il commento di Alessandro sul post di ieri che annunciava già la cosa qualche ora fa.
Prima che qualcuno perda la pazienza, vorrei ricordare all’Ing. Ruffatti che l’aver fatto il capo-officina all’Ansaldo per un certo periodo di tempo NON lo rende un esperto nucleare “a tutto tondo”. È una competenza che non si raggiunge mai, ma si costruisce giorno per giorno mettendosi in discussione continuamente. E vedo che lui ne è ben lontano, vista la sua ignoranza totale sugli effetti delle radiazioni ionizzanti.

Altrimenti non mi spiegherei una frase come questa:  Sugli operai vorrei anche io che vivessero oltre 100 anni, ma lei saprà benissimo (legga Wikipedia) che se l’esposizione supera i 0.4 millisievert e vanno a 2-3 millisievert/giorno la leucemia non gliela leva se non il Padre Eterno.” (tratta dalla risposta personalmente inviata da Ruffatti all’owner del blog Giappopazzie).

Prima di tutto 0,4 milliSievert non sono una esposizione ma un’equivalente di dose al corpo intero (per gli amici dose anche se è improprio) e la differenza è tutt’altro che accademica visto che passare dall’una all’altra non è facile. Se l’Ing. Ruffatti capisse qualcosa di radioattività conoscerebbe allora la relazione dose-danno dell’ICRP (A-B-C della radioprotezione), che è qualcosa di estremamente (qualcuno direbbe esageratamente) cautelativo e che dà per una dose di 0,4 mSv un incremento annuo della probabilità di tumore o leucemia dello 0,0004% (ovvero +1% annuo per 1Sv). Questa è la scienza, che come ho già detto dopo 70 e più anni di studi conosce bene le conseguenze di questo tipo di problemi. Di conseguenza, sostenere, sulla base di qualche stupidaggine letta su Wikipedia, che gli operai della centrale di Fukushima sono tutti morti è più di una panzana: è una gravissima offesa a un gruppo di povera gente che si sta facendo il tombino per rimediare a un grave problema.

2 commenti:

  1. Piccola precisazione :

    " ... di circa 6.232 mSv, cioè 6,232 mSv ..."

    Forse volevi dire :

    " ... di circa 6.232 mSv, cioè 6,232 Sv ..."

    Kappasm.

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  2. @Kappasm
    Uhm, temo ci sia un problema di font: il valore era 6.232 microSievert, cioè 6,232 milliSievert.

    Se fossero 6,232 Sievert gli effetti immediati ci sarebbero eccome! Si parla anzi di dose letale mediana che se ricordo bene è proprio a 6 Sievert.

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