Business Insider ci informa che il prodigioso Hudhayfa Nazoordeen, ventenne studente di matematica all'Università di Waterloo, avrebbe ammazzato il tempo costruendosi in casa nientemeno che un reattore nucleare a fusione, naturalmente con materiali da banco. Il post è datato 25 settembre 2024 ma la notizia è stata ripresa pochi giorni fa da un altro sito in lingua italiana, e comunque si tratta di storie che girano da parecchio tempo in forme diverse (qui un link a una versione del 2019 il cui protagonista è addirittura un dodicenne di Memphis)
Non so dire se si tratti di bufale o se davvero i ragazzini moderni in giro per il mondo stiano dandosi alla fisica dei plasmi con materiali poveri; quello che è doveroso sottolineare, però, come già nel caso del teenager inglese di cui ho parlato su questo blog è che non si tratta di reattori nucleari a fusione. Quello che questi ragazzini mettono insieme, ammesso e non concesso che le notizie siano vere, è semplicemente un dispositivo contenente del plasma, cosa che è sorprendentemente facile da fare, anche con materiali poveri e poca conoscenza. L'esempio più comune di dispositivo di quel genere è una lampada al neon, che contiene un plasma di neon sottovuoto a circa 3000 K e si può comprare per una manciata di Euro in un negozio. Un dispositivo del genere sta a un reattore a fusione più o meno come una bicicletta sta a un jet di linea.
La considerazione più importante è che questo tipo di notizie presenta tutte le caratteristiche delle leggende metropolitane: si tratta di giovani geni che, con materiali poveri e inventiva individuale, sorpassano a destra gruppi di ricerca strutturati con decenni di esperienza e forti competenze di magnetoidrodinamica e fisica dei plasmi e realizzano il sogno dell'Umanità, l'energia pulita, economica e pressoché illimitata, creabile in casa con quattro componenti elettronici. Troppo bello per essere vero?