martedì 7 agosto 2012

Il dito e la luna


Con questo post inauguro una nuova etichetta, ispirata al noto detto popolare che suona all'incirca “Quando il saggio indica la Luna, lo stolto guarda il dito”.

Si tratta di una situazione molto comune nell’ambito nucleare, dove si arriva a definire Apocalisse un evento che sparge del materiale radioattivo nell’ambiente, “dimenticandosi” che esso é avvenuto a seguito di un disastro naturale epocale da oltre 17000 morti. Non nego che quel materiale radioattivo abbia avuto conseguenze gravi, quali l’evacuazione di una fetta consistente di popolazione (con tutti i problemi che comporta lasciare la propria casa di corsa e per molto tempo, specialmente a bambini e anziani), ma a mio avviso si sta veramente perdendo il senso della misura e del contesto.

Un esempio di volo pindarico notevole é rappresentato da questo post sul Fatto Quotidiano, da parte dello stimato professor Zucchetti.
Provo a riassumere la tesi dell’articolo con un paio di frasi: fermiamo i treni di scorie radioattive che vanno dall’Italia alla Francia perché
1) le proteste della gente li bloccano per strada  e in tal caso i manifestanti ricevono una dose di radiazioni piccola ma comunque ingiustificata.
2) si dovrebbe trovare un sito adeguato per le nostre scorie invece di riprocessarle.

Notevole. É un po’ come dire: abroghiamo una legge perché se no il politico di turno fa lo sciopero della fame e sta male. E poco importa se la legge che abroghiamo non doveva essere abrogata perché ci serviva.  L’immagine é tutto ció che conta.

Fuor di metafora, quei treni ci permettono quantomeno di ridurre il volume delle scorie e rattoppare la disastrosa situazione di stoccaggio dei rifiuti radioattivi italiani. La soluzione al problema, cioé il sito definitivo, sarebbe anche stato individuato, peccato che la gente, al solo nominarlo, ha urlato e protestato fino a bloccare tutto (parlo di Scanzano Jonico). Magari non era il sito ideale, possiamo discuterne, ma era un sito. Invocarlo con indignazione subito dopo aver dato ragione incondizionata a chi blocca i treni per protesta suona quantomeno incoerente. Mi viene però il sospetto che sia piú comodo scrivere quello che la maggioranza della gente vuole sentirsi dire piuttosto di affrontare la realtá, specialmente sul “Fatto” che campa di abbonamenti e non di finanziamenti fissi.

Prendo atto. Nella civiltá dell’immagine, se una persona che “appare” dice che il nucleare é l’apocalisse o che dobbiamo fermare i treni di scorie radioattive, l’immagine negativa che ne dá é tutto ció che conta, l’unica cosa che fa presa sulle masse. Poco importa se l’immagine é distorta dagli interessi dei media o della politica. Forse in fondo é sempre stato cosí; l’unico mio rammarico é che quello che una volta era  “un’attivitá generalmente considerata come uno dei maggiori fattori del progresso economico e tecnologico” oggi é l’apocalisse da cui bisogna fuggire prima che sia troppo tardi. 

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