giovedì 19 aprile 2012

Kenioti e Italioti


Il Fatto Quotidiano pubblicava qualche giorno fa un articolo sull'adozione dell'energia nucleare da parte del Kenia. Secondo il Fatto, la nazione africana si doterá entro il 2022 di un primo impianto da 1000MW, seguito da altri che porteranno il Kenia al 19% di energia nucleare entro il 2031. 

Naturalmente, per il quotidiano indipendente “preoccupa le Nazioni Unite l’ultimo successo dell’industria atomica globale”. Se posso azzardare un’opinione, secondo me la cosa dovrebbe preoccuparci eccome, ma non nel senso che intende il Fatto: anche il Kenia, come altre nazioni non esattamente ai primi posti nel mondo quanto a industria, ci passa davanti sul piano tecnologico, realizzando ció che noi civilizzatissimi italici buttammo ben presto alle ortiche.

Secondo il Fatto "Dopo Stati Uniti, Bielorussia e Kazakistan, ora si punta sul Kenya per rallentare il declino dell’atomo avviato dall’Europa post-Fukushima". Vorrei precisare che il nucleare é talmente in declino che non passa quasi giorno senza che nuove centrali siano avviate (l'altro giorno era la volta di Qinshan in Cina), costruite o pianificate (in UK, Bulgaria,ecc) .

Ma c'é di piú. Pare addirittura che il presidente del Nuclear Electricity Project Committee, Mr Ochilo Ayacko, abbia affermato che le fonti idroelettrica e geotermica che approvvigionano il Kenya non sono né affidabili né sufficienti, e l’introduzione del nucleare nel mix energetico del suo Paese “viene dal bisogno di una maggiore sicurezza energetica” (il Fatto quotidiano).

Curioso, sembra che i Kenioti ritengano ancora importante farsi due conti in tasca prima di decidere su quali fonti energetiche investire. Non solo, sembrano addirittura considerare importante un massiccio investimento nel nucleare "fai-da-te", nonostante questa pessima idea gli porterá sicuramente un sacco di rogne quali posti di lavoro specializzati, cultura scientifica, corsi di studio di alto livello, oltre a un sacco di energia a basso costo.

"A tal proposito, il governo di Nairobi ha già stanziato 2,3 milioni di euro per un programma quindicinale di addestramento sul funzionamento degli impianti atomici, di cui beneficeranno i futuri impiegati delle centrali, giovani kenioti laureati in fisica, ingegneria o matematica", dice ancora il Fatto. 
Cosa? Dare ai giovani un lavoro che valga quello per cui hanno duramente studiato? Assurdo!
Per fortuna da noi certe idee sono troppo keniote per prendere piede: noi preferiamo continuare a trastullarci con le opinioni dei nostri sollevatori di polemiche professionisti mentre l'Italia perde terreno, competitivitá e giovani talenti. Kenioti mai, ma italioti sí eccome, ed orgogliosamente!

venerdì 6 aprile 2012

Incendio a Penly, nessuna conseguenza a parte lo spegnimento di emergenza

Ieri pomeriggio alle 12:30 si é verificata una perdita di olio refrigerante ad alta temperatura in una pompa dell’impianto di Penly, in Francia (WNN, Corriere). La perdita ha scatenato un incendio che é stato spento rapidamente dai sistemi antincendio della centrale e dall’intervento dei pompieri. Il reattore ha eseguito correttamente lo spegnimento di emergenza. ASN, l’autoritá francese per la sicurezza nucleare, spiega che il guasto ha portato a un incremento notevole delle normali perdite di acqua dalla pompa, che comunque sono state gestite interamente dal circuito di recupero.

Questa é bene spiegarla un attimo: tutte le pompe idrauliche devono ovviamente lavorare con la girante immersa in acqua. Alcune sono costruite per avere direttamente il motore immerso, altre invece tengono il motore all’asciutto e fanno uso di guarnizioni per separare la parte immersa dal resto del macchinario. Naturalmente, ci si aspetta che le guarnizioni abbiano delle perdite (non é facile sigillare perfettamente qualcosa che deve ruotare a una certa velocitá!), così le pompe di quel genere sono provviste di un circuito di recupero che raccoglie l’acqua che si infiltra e la reimmette nel circuito primario del reattore. Ricordo che si tratta del circuito che lambisce il combustibile nucleare, dunque quell’acqua ha una buona probabilitá di essere contaminata da elementi radioattivi e comunque é soggetta a bombardamento costante di neutroni ed in generale é debolmente radioattiva. Ecco perché il circuito di recupero é particolarmente robusto: quell’acqua non deve fuoriuscire nell’edificio reattore, contaminandolo.

Evidentemente, a seguito del guasto e dell’incendio, la guarnizione dev’essersi rovinata, cosicché la perdita di acqua é aumentata moltissimo; la buona notizia tuttavia é che il normale circuito di recupero sta gestendo con successo la perdita.