lunedì 19 settembre 2011

Siemens esce dal nucleare

Le 17 centrali nucleari tedesche
(C) IPPNW.de

 BBC ci informa che, a seguito della decisione del governo tedesco di spegnere le loro 17 centrali nucleari (23% dell’energia) entro il 2022, il colosso Siemens ha preso la decisione di non produrre più tutti quei componenti che servivano per la cosiddetta “isola nucleare” delle centrali atomiche. Sarebbe a dire che continueranno a produrre soltanto le parti convenzionali (turbine, condensatori, ecc), finalizzate a centrali a combustibili fossili ma utilizzabili anche per la parte convenzionale delle centrali nucleari.  Secondo l’articolo, il CEO della compagnia Peter Loescher ha dichiarato che per loro “il capitolo è chiuso”: anche la collaborazione con la russa Rosatom sarà cancellata. Sempre secondo BBC, Siemens è stata fornitore completa di tutte le 17 centrali nucleari tedesche e di alcune centrali Finlandesi e Cinesi solo per la parte convenzionale. Ora, l’azienda punta a supportare il progetto tedesco di portare al 35% l’energia da fonti rinnovabili entro il 2020.

Va bene, un’azienda privata deve ovviamente seguire il mercato per poter stare a galla. Vista l’aria che tira, era inevitabile una bella retromarcia rispetto all’affermazione pre-fukushima dello stesso Loescher (“in vista del mutamento climatico globale e della crescente domanda energetica mondiale, per noi l’energia nucleare rimane parte essenziale di un mix energetico sostenibile”, BBC trad. P.V.). Comunque sia, un gran numero di dipendenti Siemens con competenze avanzate sugli aspetti nucleari della produzione energetica perderà a breve il lavoro, scalzata dalla promessa di un 35% di rinnovabili pagata con il famoso 23% di nucleare. Un po’ come dire che decidiamo di lasciar perdere i treni e spingere sull’uso delle biciclette per ragioni ecologiche (o demagogiche?). E così facendo, la nostra principale industria del settore ferroviario si riconverte a produrre biciclette, licenziando un sacco di bravi tecnici con le competenze per realizzare una locomotiva e sostituendoli con gente in grado di fare ottime biciclette (ne servono molti meno). Niente di personale su chi progetta e costruisce velocipedi, la loro dignità non è in discussione; solo non stupiamoci se i ragazzi più talentuosi, capaci di progettare, costruire e far funzionare i sistemi più complessi, scappano all’estero a cercare un lavoro degno del tombino che si son fatti  a studiare. Da oggi, questo varrà anche per la Germania: benvenuti nel club.

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