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(C) film omonimo |
Leggo con estremo disappunto l’
articolo pubblicato lunedì su
La Repubblica da Daniele Mastrogiacomo, corrispondente dal Giappone. Al solito, il quotidiano romano è campione italiano di disinformazione organizzata.
Strabiliante la completa inconsistenza dell’articolo scritto con il
filmato allegato, che vede protagonista lo stesso Mastrogiacomo, tanto da far sospettare che:
1)l’articolo non sia stato scritto dal corrispondente ma da qualcuno della redazione di Roma, che non si è manco preso la briga di informare Mastrogiacomo o verificare quello che scrive di persona; oppure
2) Mastrogiacomo stesso soffra di sdoppiamento della personalità.
Prendendo per buona la seconda (sia mai che accusiamo Repubblica di truffare i suoi lettori...), chiameremo allora Masterjackill la sua fantomatica seconda personalità.
L’ignoranza crassa di Masterjackill si palesa non appena parte con un minimo di tecnicismi: “Oggi si scopre ciò che era apparso chiaro due settimane dopo il terremoto e il disastro di Fukushima: le barre si sono fuse e il loro carico di schifezze ha bucato la base della piscina di raffreddamento. Gli isotopi radioattivi sono sprofondati nelle viscere della terra. Non si sa dove si irradierranno”.
Primo: la percentuale di fusione del nòcciolo non è chiara nemmeno ora e nemmeno alla NISA, figuriamoci a un giornalista di Repubblica.
Secondo: la piscina di raffreddamento non c’entra un fico secco con il reattore.
Terzo: il materiale radioattivo del nòcciolo non è sprofondato proprio da nessuna parte, ma è rimasto dentro il contenitore in pressione o al massimo può essere colato in parte nel contenitore di sicurezza in cemento.
Quarto: il materiale del nòcciolo irradierà, cioè emanerà radiazioni, esattamente lì dove è finito, cioè nel contenitore d’acciaio in pressione oppure in minima parte nell’edificio di contenimento, schermato da metri di cemento e acciaio.
Tanto per non lasciare spazio a dubbi, il nostro eroe produce poi un po’ di sana fuffa mistica, nella frase: “ Oggi ci sono 0,04 millisievert. Due settimane fa erano 170.”
Notevole la mancanza di qualunque indicazione di carattere spaziale e temporale, il che contribuisce a dare quell’alone di mistero che contraddistingue la vera fuffa d’autore dalle informazioni di una qualche utilità pratica. Ovvero: 0,04 e 170 millisievert cosa, all’ora? All’anno? E dove, alla centrale? Nella zona di esclusione? Nel paesino da cui Masterjackill (o Masterhide?) ci scrive?
Secondo la stessa filosofia, potrei sostenere che “oggi ci sono 240 gradi, due settimane fa erano 320”. Ma dove? Beh, i 320° probabilmente nel Sahara, i 240° in antartide dove è autunno inoltrato. Già, sono Kelvin, non Celsius.
Ora mi chiederete: perchè sono così duro con questi poveri imbrattatori di carta da giornale e siti internet?
1) Perchè scrivere un articolo strappalacrime sullo stato di depressione dei giapponesi del nord-est, lasciando deliberatamente intendere che la colpa è soprattutto della crisi nucleare e accusando apertamente di negligenza i lavoratori TEPCO (“I tecnici della Tepco hanno sbagliato. È prevalsa la logica del business, a scapito della salute dell'uomo.”) non è nemmeno un atteggiamento offensivo, ma semplicemente sciacallaggio a sfondo politico. E l’alterazione della realtà per spalmar fango sui temi politici ci ha davvero rotto.
2) Perchè sostenere che “
Sopra le zolle divelte affiorano ortaggi deformi. Finocchi grossi come meloni, ciuffi di insalata alti mezzo metro” e che “
Tacciono perfino gli animali già emigrati altrove”non è soltanto un’invenzione giornalistica per dare enfasi al racconto, ma una
grave mistificazione della realtà: non è possibile che ci siano ortaggi mutati dalle radiazioni (d’altronde l’articolo non lo dice,
lo lascia solo intendere) e basta dare un’occhiata al
filmato dello stesso Mastrogiacomo per notare che gli animali non sono affatto “
emigrati altrove” (al min
4:25, Mastrogiacomo, quello vero, parla di un veterinario che è appena stato nella zona di esclusione per verificare alcuni capi di bestiame...sic!).
3) Perchè sostenere per ben tre volte che “Siamo 20 chilometri a est di Fukushima Daiini, la centrale maledetta e sfortunata...”, “...la società che gestice Daiini e che da 72 giorni lotta disperatamente per domare un mostro indomabile...” e “Quattro dei sei reattori di Fukushima Daiini sono rimasti senza circuito di raffreddamento...” è più di un banale errore, è ignoranza e mancanza di impegno nel verificare pochi semplici fatti:
Primo: “Daiichi” è il cardinale di “ichi”(“uno”), cioè vuol dire “primo”. Daini è il cardinale di “ni” (“due”) cioè “secondo”. “Daiini” (con la doppia “i”) non significa un tubo di niente.
Secondo: ormai anche i muri sanno che la centrale che è andata in crisi è Fukushima Daiichi, non Daini. Posso sbagliarmi io, da più di 10000 km di distanza, non il corrispondente locale. Sempre a meno che la sua seconda personalità scriva dall’Italia e ignori completamente ciò che fa e dice la prima, filmato incluso.
Terzo: basta
google maps per accorgersi che Tamura, il paesino indicato più volte nell’articolo, sta a 60 km da Daini (poco più da Daiichi), non a 20 km.
Ma il motivo vero percui questo articolo è un insulto al giornalismo è l’iniezione gratuita di sfiducia e complottismo insita dietro certe affermazioni, come “Non sappiamo se sia vero. Bugie e verità continuano a mischiarsi.”
Curiosamente poi, nel filmato, Mastrogiacomo Daiichi (cioè Mastrogiacomo I, la sua personalità giapponese) sostiene una cosa completamente diversa (3:55 circa): “Sono diretti verso un incendio divampato in una montagna vicino, così ci dicono. Ma per il resto è solo silenzio.” Magari fosse così anche per Repubblica.