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domenica 19 ottobre 2014

La Lockheed ha risolto i problemi dietro la fusione nucleare? Penso proprio di no.

Le scienze pubblicava qualche giorno fa un bell'articolo in risposta alle dichiarazioni secondo le quali la Lockheed starebbe iniziando la fase finale per la realizzazione di reattori a fusione nucleare compatti.

Non ho molto da aggiungere all'articolo di Le Scienze, se non un'opinione del tutto personale: definire la fusione il Sacro Graal dell'energia è, a mio avviso, eccessivo, dato che i problemi che risolverebbe sono di fatto molto meno giganteschi di quanto la cultura popolare li fa sembrare.

Comunque sia, continuare a fare ricerca in questa direzione è ovviamente importantissimo! Solo, al solito, diffidiamo delle promesse improvvise ed eclatanti, a meno che siano supportate da forti evidente scientifiche.

lunedì 6 ottobre 2014

Fessurazioni nelle barre di grafite in un reattore inglese

BBC News riporta la scoperta di fessurazioni nelle barre di grafite del reattore di Hunterston, in Scozia.  Si tratta di un advanced Gas Cooled Reactor da 960Mw che lavora  con CO2 come gas di raffreddamento.

Secondo l'esercente,  EDF, la presenza di fessurazione nelle barre di grafite è semplicemente un segno del tutto prevedibile dell'età del reattore, senza alcuna rilevanza sulla sicurezza o sull'affidabilità della centrale.
Naturalmente i soliti ambientalisti (in questo caso WWF, ma gli altri non tarderanno) non perdono l'occasione per ripetere il loro mantra preferito "via dal nucleare, facciamo tutto con le rinnovabili", con la speranza che qualcuno in più ci caschi anche stavolta.

Interessante il sito ufficiale che riporta l'output di potenza in tempo reale dei due reattori del sito.

martedì 29 luglio 2014

Radiazioni ionizzanti: storia di una ipocondria diffusa.

Data la relativa calma che regna nel mondo nucleare ultimamente, ho dedicato parte del mio scarso tempo libero a indagare su un tema piuttosto importante: le radiazioni e i loro reali effetti sugli organismi biologici. C’é in giro infatti parecchia confusione: da un lato si sentono urla e stracciamento di vesti soltanto a ipotizzare la possibilitá remota di un rilascio del tutto trascurabile, mentre dall’altro si sostiene che piccole dosi di radiazione, un po’ come piccole dosi di vino rosso, facciano addirittura bene alla salute.

Il risultato completo delle mie indagini, data la complessitá del tema e la lunghezza della trattazione, si trova in una nuova pagina del blog; in questo post, mi limiteró a riassumere il punto di vista che ritengo corretto alla luce dei dettagli che ho trovato.

Il primo fatto che é importante evidenziare é: mentre ci sono prove che esposizioni acute (in pochi minuti) a forti dosi di radiazioni ionizzanti causino una serie di effetti riassunti nella cosiddetta sindrome da radiazioni, l’affermazione che le radiazioni causino il cancro non é in generale corretta. L’affermazione corretta, supportata da tutti gli studi statistici, é che forti dosi acute di radiazioni ionizzanti favoriscono leggermente l’insorgenza di tumori e leucemie.

Sembrerebbe un dettaglio, ma non lo é: se forti dosi acute di radiazioni ionizzanti causassero il cancro (ed il meccanismo fosse quello del danno genetico diretto causato dalla radiazione incidente), allora avrebbero ragione coloro che sostengono una relazione dose-danno diretta, lineare e priva di soglie (la famosa LNT). Non mi dilungheró nella spiegazione (la trovate nella pagina citata), ma tanto per chiarire il concetto: anche una malattia del sistema immunitario (es. AIDS) favorisce il cancro, semplicemente perché riduce la capacitá del sistema immunitario di aggredire e distruggere le cellule mutanti che spontaneamente insorgono nel nostro organismo di tanto in tanto. L’esposizione alle radiazioni ionizzanti, parimenti, presenta parecchi meccanismi indiretti (come quello citato) che possono favorire l’insorgenza di tumori e leucemie, ma non ha un meccanismo in grado di causare direttamente un tumore. Questa é anche la ragione per la quale non si riesce ad evidenziare con chiarezza un nesso causa-effetto tra dosi acute non troppo elevate e insorgenza di tumori: perché in realtá non c’é.

Non solo: il DNA cellulare é in realtá continuamente danneggiato, non soltanto dalla radiazione, ma da molte altre cause “naturali”; esiste dunque una pletora di meccanismi enzimatici che riparano costantemente i danni al DNA, ripristinando la funzionalitá normale.

Ecco perché, a guardare i fatti, ben pochi studi sembrano supportare l’approccio LNT per basse dosi acute, e nessuno per dosi anche relativamente elevate ma croniche. Perché il nostro corpo é letteralmente cresciuto e si é evoluto nel corso di miliardi di anni nei quali il fondo naturale di radiazioni era sensibilmente piú elevato di oggi, imparando cosí a difendersi naturalmente dalle radiazioni, a meno di ratei di dose assurdamente elevati.

La conseguenza strabiliante é che il nostro corpo non considera un problema ricevere una piccola dose di radiazioni: esiste addirittura un effetto, noto come bystander effect, per il quale una cellula che subisce un danno genetico da una radiazione incidente causa attivamente danni genetici alle cellule accanto ad essa!
Inoltre, altro fatto accertato sperimentalmente, il subire (alcuni) danni genetici ha l’effetto di stimolare meccanismi enzimatici di riparazione del DNA che giá normalmente agiscono su scala 10000 volte maggiore per riparare danni genetici, rendendoli ancora piú efficaci e “preparando” la cellula per un eventuale irraggiamento pesante. Affascinante.

Tutto il resto é speculazione: il fatto che dosi croniche, anche elevate ma non tali da causare sindrome acuta da radiazioni, possano favorire un qualsiasi aumento dell’incidenza di tumori e leucemie é, a tutt’oggi, non dimostrato. Anzi, per dosi acute sotto i 100 mSv, si accumulano evidenze epidemiologiche che mostrerebbero l’assenza di qualsiasi effetto negativo, o addirittura la presenza di effetti positivi! La possibile spiegazione é che la risposta adattiva alle radiazioni finisca per migliorare la riparazione del DNA anche dai danni genetici “ordinari”, di fatto riducendo il numero di morti cellulari e di cellule mutanti.

In sostanza, quindi, le radiazioni non soltanto non sono pericolose per dosi croniche nemmeno troppo basse, ma potrebbero addirittura essere benefiche in dosi croniche non molto elevate. Ma allora le varie campagne per salvare i bambini di Chernobyl dalla loro patria radioattiva (10 mSv/y in media)? E l’apocalisse a buon mercato del prode Arnie Gundersen? E il KIKK studium, propagandato da trasmissioni come Presa Diretta? E il drammatico Fukushame?


Avete giá capito, non serve che faccia ulteriori commenti. Chi cerca la veritá dietro le immagini costruite ad arte si é fatto un’idea.

lunedì 28 luglio 2014

News in breve

ENEL vende in Romania e Slovacchia: é dello scorso 11 luglio la notizia (fonte: WNN) che la multinazionale dell’energia di origine italiana sta procedendo alla vendita delle sue controllate in Slovacchia e Romania, compresa una quota consistente di nucleare. Motivo della vendita é la capitalizzazione per ridurre il debito che l’azienda possiede. ENEL rimane nel settore nucleare tramite il 92% della spagnola Endesa.


Esame del sangue agli UV per scoprire il cancro: BBC News informa che un team di ricercatori britannici dell’Universitá di Bradford ha sviluppato una tecnica che consentirebbe l’identificazione della presenza di un qualsiasi tumore all’interno di un organismo umano basata su un esame del sangue. Si tratta di bombardare i globuli bianchi del campione di sangue con raggi UV ionizzanti, per poi contare il numero e tipo di danni genetici cosí inflitti; sembra infatti che le cellule (tutte) di un corpo affetto da un qualsiasi tumore siano per natura piú vulnerabili ai danni genetici da radiazioni ionizzanti. Ricordo che esistono giá una serie di sostanze, denominate marcatori tumorali, la cui presenza nel sangue di un paziente potrebbe essere associabile ad un tumore; questi tuttavia sono diversi a seconda del tumore e non coprono comunque tutte le possibilitá. La tecnica agli UV é al momento in sperimentazione.

giovedì 12 giugno 2014

SOGIN e China General Nuclear siglano un accordo

WNN riporta un accordo, siglato oggi a Pechino, tra la Società Gestione Impianti Nucleari italiana e uno dei gestori cinesi. L'accordo prevede quattro progetti: uno per la stima di costi e tempi per il decommissioning delle centrali cinesi sulla base dell'esperienza SOGIN, il secondo per la rimozione di parte del combustibile di una centrale cinese, il terzo per lo sviluppo di normative per lo stoccaggio e riprocessamento dei rifiuti radioattivi cinesi.
Il quarto progetto è mirato allo studio di un processo innovativo per la riduzione, il trattamento ed il condizionamento dei rifiuti radioattivi italiani.

lunedì 17 marzo 2014

Fukushima tre anni dopo

Unico-lab pubblicava qualche giorno fa un bel post dal titolo “Tre anni dopo Fukushima, in un’intervista particolare”. Si tratta di un'intervista che Toto, il principale autore del blog, fa a sé stesso a livello di bilancio dopo tre anni dal cosiddetto incidente di Fukushima.
Il formato dell’intervista é un po’ bizzarro, dato che si tratta di un’auto-intervista, ma tutto sommato si rivela, a mio parere, il modo migliore per chiarire alcune domande frequenti che i non addetti ai lavori si pongono spesso.
Comincio col dire che, a mio parere, il buon Toto é estremamente equilibrato e persino piú critico di quanto non lo sia io stesso. Ció detto, e riconoscendo l’importanza estrema del suo post, mi permetto tuttavia di fare un paio di commenti. Eccoli insieme a qualche estratto:
Tre anni fa un evento naturale dalla portata spropositata, la combinazione mortale di un terremoto e di uno tsunami, ha messo in luce la fragilità di molte opere dell'uomo, inclusa una tecnologia, quella nucleare, che era ritenuta dai suoi progettisti infallibile.
Mi permetto di suggerire un’interpretazione diversa. Non mi pare infatti che chi progetta centrali nucleari, o per meglio dire chi ne studia e garantisce la sicurezza, possa pensare che esse siano “infallibili”.
Il problema mi pare piuttosto che chi critica e contrasta l’uso dell’energia nucleare, spesso in realtá per interesse personale, punti il dito sulla sua fallibilitá, trascinando dietro di sé tutta la massa di persone che non hanno fiducia nelle istituzioni e nel lavoro degli altri.
Chi implementa i criteri di sicurezza in qualsiasi tecnologia moderna sa benissimo che qualsiasi cosa puó guastarsi; occorre quindi studiare come questa puó guastarsi e imporre soluzioni tecniche che non solo minimizzino la probabilitá che si verifichino guasti con impatto sulla sicurezza, ma anche che mitighino gli effetti di quei guasti quando essi si verificano.

Diró di piú: come identificato da Toto stesso un po’ in questa frase e un po’ oltre nel testo, Fukushima é in realtá un parziale successo della sicurezza nucleare! Un evento naturale che ha devastato qualsiasi altra tecnologia umana si trovasse d’innanzi, ha potuto pochissimo contro una centrale nucleare che si trovava completamente esposta ad esso. Certamente, quel pochissimo poteva essere nulla, e la causa di questo é da ricercarsi in negligenze umane che non possono essere ignorate. Ma la sostanza é che, ancora una volta, si punta il dito contro l’emergenza nucleare invece di considerarne il contesto.

Tutti gli studi internazionali fatti fino ad oggi dimostrano che i livelli radiazioni ricevuti dalla popolazione, sia direttamente, sia attraverso l'assunzione di cibo contaminato, sono estremamente bassi. E non stiamo parlando di chi era a Osaka o anche a Tokyo. La dose prodotta dall'incidente sommata al fondo naturale nelle regioni più colpite (molto basso) risulta essere inferiore al fondo naturale di molte città italiane. Sarà quindi estremamente difficile andare a discriminare quei pochi casi di insorgenza di cancro conseguenza dell'incidente rispetto alla grossa fetta della popolazione che, per altri motivi, è destinata ad ammalarsi.

Toto ha ragione: anche gli studi compiuti secondo la teoria LNT (uno per tutti qui) portano comunque a incidenze non significative rispetto al fondo naturale di radiazioni. E la ragione sta nella frase di Toto: i livelli di radioattivitá ambientale, sommati al rilascio di Fukushima, totalizzano comunque meno del fondo naturale di molte cittá per esempio italiane. Giova poi ricordare che la teoria LNT non é mai stata confermata sperimentalmente per dosi sotto 100 mSv / anno, anzi ci sono abbondanti indizi che suggerirebbero la sua fallacia per ratei di dose al di sotto di quella soglia (15 nations study, studi di laboratorio ma anche ció che é noto ad esempio sugli effetti di piccole dosi di raggi UV o una buona dose di buonsenso applicato alla salute dei piloti e hostess di linea, alle eclatanti affermazioni dei gestori di siti termali o gli studi sugli abitanti di posti come Guarapari o Ramsar). In ogni caso, ad oggi non esiste una conferma scientifica completa né della teoria senza soglia (LNT) né della cosiddetta teoria ormetica, percui é pratica comune considerare valido l’approccio conservativo della prima.

Purtroppo, dato che lo tsunami e il terremoto che hanno generato la crisi alla centrale nucleare hanno contemporaneamente polverizzato migliaia di altre strutture umane meno resistenti, incluse raffinerie, impianti chimici e ogni sorta di impianto a rischio rilevante, sicuramente il rilascio di tutte quelle sostanze cancerogene e tossiche avrá degli effetti a lungo termine, per quanto limitati di fronte ai 18000 morti dell’evento naturale. C’é da scommettere che, visto che si parla sempre e solo della centrale nucleare, anche quelle vittime finiranno per essere attribuite ad essa.

Eppure Fukushima ha fatto, fa e farà vittime (non necessariamente morti); la causa di queste vite infelici però non sono tanto i danni biologici delle radiazioni, ma le conseguenze psicologiche e biologiche della paura delle radiazioni e dello stress di vivere nel dubbio e nell'incertezza. La responsabilità di queste vite distrutte non è solo di chi ha progettato la centrale e di chi non ha controllato come questa venisse operata, ma anche di chi non si è preoccupato della formazione della popolazione e di chi ha generato paura con una cattiva informazione.[...]
E' mancata, e purtroppo continua a mancare, la corretta contestualizzazione del rischio.

Ancora una volta: bravissimo Toto! Questo messaggio é rivolto non solo a tutti gli spargitori di ansia gratuita (vero Arnie Gundersen, giusto per citarne uno?) e a chi ha fatto dell’esagerazione un’arma per ottenere i propri scopi commerciali (come i nostri pseudo-ambientalisti, o i produttori di docu-film di denuncia e show televisivi), ma anche e soprattutto a chi continua a dare voce e spazio sui giornali a questa gente al fine di alimentare la polemica e vendere di piú. Siete corresponsabili, cari miei, di tutto questo.

La lezione che dobbiamo imparare da Fukushima non è che il nucleare è cattivo e che tutte le centrali devono essere chiuse. [...]Da Fukushima dobbiamo imparare due lezioni importanti: la prima è che ognuno deve fare bene il suo lavoro, in particolare chi ha il compito di controllare che vengano rispettate le regole deve compiere il suo dovere fino in fondo [...]La seconda lezione è che uno può progettare e costruire la centrale più sicura al mondo, ma se la gente continuerà ad aver paura anche un incidente senza conseguenze dirette farà vivere male le comunità locali. Informazione e formazione del pubblico devono essere il punto di partenza per (ri)costruire  quel rapporto di fiducia che è venuto a mancare.

Ho poco da aggiungere, se non un invito a tutti coloro che ancora spengono il cervello e si aggrappano ai luoghi comuni e agli slogan preconfezionati (spesso tra l’altro convinti di “pensare con la loro testa” e di “essersi informati” o “fare informazione”): aprite la mente, accostatevi a questo ed agli altri grandi temi del dibattito civile mettendo da parte ideologie e preconcetti e non escludete che quello che vi é stato sempre detto possa non essere vero! Solo la vostra intelligenza, e soprattutto l’ascolto costante e ragionato del parere degli esperti, potrá farvi arrivare alla veritá.

venerdì 7 febbraio 2014

Nuovi paesi in arrivo nel club nucleare

Primo reattore vietnamita: una settimana fa, WNN riportava il ritardo, di qualche anno, del primo reattore nucleare vietnamita. Sarà probabilmente iniziato nel 2017-2018 perché i vietnamiti dicono fondamentalmente di voler scegliere con calma i dettagli dei due reattori di fornitura Russa. Anche l'altro impianto già pianificato, fornito da ditte Giapponesi, sarà ritardato.

Primo reattore polacco: sempre una settimana fa e sempre WNN riportava l'approvazione del primo impianto nucleare Polacco. Data prevista per la selezione del sito è il 2016, mentre la costruzione dovrebbe cominciare nel 2018.

Ma noi no...

venerdì 31 gennaio 2014

Radioattività a Sellafield

BBC news, Ansa.it e altri annunciano che stamattina il sito nucleare di Sellafield,  in Gran Bretagna, ha lavorato con personale ridotto a causa di un allarme radioattività lanciato questa notte. 
L'allarme è partito da uno dei rivelatori di radioattività posti lungo il perimetro dello stabilimento, che avrebbe rivelato un livello di attività leggermente superiore al normale. Purtroppo non sono presenti dati, nemmeno sul sito ufficiale di Sellafield, comunque un'analisi della situazione ha portato a capire che deve essersi trattato di un aumento del livello naturale di radon nell'aria. I sensibilissimi strumenti lo hanno rivelato immediatamente e la procedura di sicurezza è partita. Resta da capire come mai il livello di radon emanato dal terreno sia aumentato, comunque l'allarme in sé è cessato e i lavoratori riprenderanno presto le attività.

venerdì 20 dicembre 2013

Rubata una radiosorgente medicale in Messico

BBC e WNN informano che, qualche giorno fa, un camion  con all’interno una sorgente medicale da radioterapia al Cobalto 60 é stato rubato in Messico. Il camion é stato ritrovato due giorni dopo in un campo vicino a Hueypoxtla, non lontano dal luogo del furto, ed i responsabili sono stati trovati ed arrestati. La sorgente stessa peró, non si trovava all’interno del camion al momento del ritrovamento: era stata trascinata fuori e tolta dal contenitore di sicurezza. Secondo WNN, pochi minuti di esposizione a una sorgente da 111 Terabecquerel di Co-60 rappresentano giá una dose letale di radiazioni; nonostante ció, i sei malviventi, di etá compresa tra 16 e 38 anni, dopo essere stati sottoposti ad accertamenti medici non presentavano alcun sintomo della sindrome da radiazioni.

giovedì 5 dicembre 2013

La vera dimensione delle idiozie allarmiste su Fukushima


Va bene, adesso comincio a essere stufo. 
Stufo di vedere gente che linka sui social network le idiozie piú incredibili. Stufo di chiedergli “ma ci credi davvero?” e sentirmi rispondere “ah, non lo so...mi sto documentando”. 

E ancora piú stufo di sentire gente che dice “non ho tempo di leggere nel dettaglio, ma...guardate qui” (segue un link a qualcosa di talmente assurdo che non meriterebbe nemmeno di essere letto). 

Peggio ancora, di gente che interviene linkando un sito che cerca di smentire parte delle corbellerie complottiste, e il suo commento é “Scusate, solo per fare un pacato contraddittorio”.

Pacato contraddittorio? Qui c’é un problema strutturale di ragionamento logico: non solo non si fa distinzione tra corbellerie cosmiche e fatti plausibili (verificarli viene in un secondo momento), ma le corbellerie di cui sopra sono presentate usando argomentazioni palesemente fallaci (qui una breve galleria di mostri che ho messo assieme un po’ di tempo fa).

Ma come fate a credere a un elenco di pareri della serie “Secondo un professore in pensione che conosco, l’apocalisse nucleare sará presto su di noi” (principio di autoritá)? Ma non vi accorgete davvero di come chiunque possa prendervi in braccio facilmente scrivendo cose senza alcun senso pratico ma con un tono misterioso, alludendo a complotti e sedicenti esperti? Davvero non sentite ridere in lontananza?

Va bene, adesso ho deciso che sentirete ridere almeno il sottoscritto. Quello che segue é il commento, completo e spezzato in piú pagine per leggibilitá, di uno dei tanti siti che riportano piú o meno la stessa idiozia, tradotta in italiano. A quanto ho visto, la fonte iniziale sembra essere un blog noto come washingtonsblog.com. Buona lettura.

Grazie a mikirav e vittorio.75 per la segnalazione.

giovedì 3 ottobre 2013

Ma noi no.

Secondo WNN ci sono state grandi celebrazioni oggi quando il presidente del Bangladesh Sheikh Hasina Wazed ha firmato il contratto che doterà il paese del suo primo impianto nucleare, fornito da Rosatom.

Il Bangladesh...una delle nazioni più povere al mondo. Che vi devo dire? Ma noi no...

domenica 1 settembre 2013

Quasi due Sievert/ora nell'acqua di Fukushima. Cosa c'é di vero?

La Stampa, Repubblica, Il Fatto e il Corriere, tra gli altri, riportano notizie allarmanti sull'incremento del livello di radioattivitá dell'acqua fuoriuscita dai serbatoi a Fukushima. Ne avevamo parlato pochi giorni fa, ma che cosa é cambiato?

Semplicemente TEPCO (fonte: un comunicato stampa di TEPCO stessa) ha analizzato l'acqua contaminata con uno strumento piú sensibile, in grado di rilevare anche la radiazione beta (precedentemente non si riusciva, presumo avessero a disposizione soltanto qualche contatore geiger). Questo ha portato a scoprire un livello complessivo di radioattivitá pari a circa 1.800 mSv/h (1,8 Sv/h)!

Lasciamo perdere chi sostiene che il livello sia improvvisamente e magicamente aumentato di 18 volte (vero La Stampa, Corriere e Fatto?) e chi si inventa che il macchinario (macchinario?) utilizzato in precedenza non poteva rilevare piú di 100 mSv/h (vero, Repubblica?). La domanda che ci si pone é, al solito, quanto questi 1.800 mSv/h (picco massimo rilevato in un solo campione, ecc) sono pericolosi?

Risposta: dipende. Se qualcuno andasse a Fukushima e attingesse acqua a quella fonte per abbeverarsi, probabilmente il calcolo fatto dai vari giornalisti sarebbe realistico: 1,8 Sievert all'ora sono davvero tanti, una dose da effetti immediati, mediamente mortale dopo solo qualche ora di esposizione.
Essendo peró in grandissima maggioranza radiazioni beta, la dose dovrebbe diminuire a livelli molto bassi nel giro di poco spazio (i beta hanno una penetrazione nell'acqua, ad esempio, di soli 4 cm. Nei metalli e nei materiali piú densi molto meno), il che é coerente con il fatto che il precedente rilevamento con i geiger desse valori enormemente minori (il sensore del contatore geiger-müller tende ad auto-schermarsi dai beta, salvo se dotato di apposita finestrella di mica).

In parole povere: sí, i livelli di radiazione sono molto alti in quell'acqua ed occorrerá fare molta attenzione a che non si riversi in mare filtrando attraverso il terreno. No, per il momento non ci sono rischi nemmeno per gli operatori della centrale, a patto che indossino adeguate protezioni, grazie alla relativa facilitá con cui si schermano le radiazioni beta. No, il livello non é aumentato dagli ultimi rilevamenti, solo che non si era in grado di rilevarlo.


martedì 20 agosto 2013

Perdita di acqua a Fukushima. No, non nell’oceano.

(C) World Nuclear News
Molte fonti (La Stampa, Corriere, Repubblica e BBC News) riportano di una perdita di acqua contaminata dall’impianto di Fukushima Daiichi, scoperta ieri (lunedí). Tutte le fonti citate riportano che l’evento é stato classificato come livello 1 della scala INES (International Nuclear Event Scale), corrispondente a un impatto sulla sola strategia di protezione (impatto sul pubblico o sull’ambiente sostanzialmente nullo).
Secondo WNN ieri mattina alle 9:50 (presumo ora locale giapponese) un operaio in ricognizione di routine si é imbattuto in una perdita di acqua da una valvola di drenaggio di uno degli sbarramenti che circondano le cisterne di acqua contaminata. Una ispezione dei livelli dell’acqua nelle cisterne ha confermato i primi sospetti: il livello di una delle cisterne risultava inferiore di circa 3 metri, corrispondenti a una perdita di 300 metri cubi di acqua con i livelli di contaminazione indicati sopra.

Sempre secondo WNN la valvola in questione é stata chiusa immediatamente e la cisterna danneggiata svuotata dell’acqua rimanente che é stata trasferita nelle altre cisterne. TEPCO ha poi raccolto l’acqua accumulata in superficie e cominciato il trattamento del suolo contaminato, sostituendolo con sacchi di sabbia. Non si ritiene che l’acqua abbia raggiunto nessuna falda acquifera o men che meno il mare (guardando la foto d’insieme su BBC pare abbastanza chiaro il motivo: le cisterne stanno a circa 100 metri dal mare, a monte dei reattori stessi). Fin qui i fatti.

Naturalmente poi La Stampa produce una perla mirabile con la frase “Il becquerel misura l’energia radioattiva sprigionata da una fonte”, frase prontamente e beceramente copiata dalla mitica Repubblica e dalla quale si evince chiaramente che chi ha scritto l’articolo non capisce un tubo di radioattivitá (e non si informa prima di sparare cavolate, ci mancherebbe!). Il Becquerel misura il numero di particelle (o radiazioni, é lo stesso) emessa al secondo da un isotopo radioattivo, percui 80 milioni di Bq/litro d’acqua significano 80 milioni di particelle al secondo per litro d’acqua contaminata (80.000 Bq per Kg). Indipendentemente dall’energia. E smettetela di guardare troppo Star Trek.

Sempre Repubblica, che insieme al Corriere sosteneva anche che lo sversamento era avvenuto nell’oceano (abbiamo visto che non é vero, é avvenuto a cento metri dal mare e non lo ha raggiunto...) dice anche che “Le rilevazioni nei pressi dell'acqua toccano i 100 millisievert per ora, cinque vole [sic] il limite di esposizione annuale per i lavoratori.” Sostengono l’abbia affermato Masayuki Ono, General Manager di TEPCO (anche la BBC lo afferma), ma l’astuzia diabolica con la quale lasciano a intendere che si tratti dell’acqua di mare (Ono si riferisce ovviamente all’acqua sversata) la dice lunga sull’onestá intellettuale di certi giornalisti.

Interessante, tra l’altro, il fatto che una contaminazione del genere, se permanente, suggerirebbe  livelli di radiazione in un’area operativa maggiori di 50 mSv/h (“Radiation levels in an operating area of more than 50 mSv /h” secondo il manuale per l’attribuzione del livello INES redatto da IAEA stessa). Vedremo se l’authority rivedrá al rialzo le stime o se veramente l’allarme é rientrato cosí in fretta da non causare significativi impatti. Stay tuned!

Aggiornamento 2013-08-21
BBC News informa che oggi il livello INES dell'incidente é stato elevato addirittura a 3. Nessuna sorpresa particolare, anche se personalmente pensavo salisse soltanto a 2. Per saperne di piú consiglio la sezione Domande&Risposte della stessa BBC (in lingua inglese).

mercoledì 31 luglio 2013

Facite ammuina!! Ovvero: l’ottemperanza a un accordo internazionale provoca un putiferio di commenti

(C) Nicola Romani, Wikipedia
Repubblica, instancabile fucina di corbellerie atomiche (anche attraverso l’associato Huffington post), riporta in svariati articoli di un misterioso e inquietante trasporto avvenuto nella notte fra domenica e lunedí scorsi tra il centro di ricerca ENEA di Trisaia di Rotondella (MT) e la base militare aerea di Gioia del Colle (BA)
Scortato da circa 300 membri di diverse forze dell’ordine, il carico era, secondo l’ultimo articolo, costituito dalle 84 barre di materiale radioattivo di proprietá USA che venivano rispedite in patria a seguito degli impegni presi al vertice internazionale di Seoul nel marzo 2012.

Meravigliose le cadute dal pero per i nostri stracciatori di vesti professionisti! Numerosi esponenti politici aprono interrogazioni parlamentari per chiedere ai ministri dell’Interno e della Difesa "se sono vere le informazioni sul trasporto, di conoscere quale materiale è stato trasferito e se sono stati rispettati i protocolli standard di sicurezza per l'ambiente e il territorio", mentre gli ambientalisti di turno e persino il presidente della regione (non piú in carica ufficialmente) “hanno chiesto spiegazioni al Governo” (Huffington post). 

Ok, manteniamo la calma: secondo voi una scorta di 300 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e altro significa che sono stati rispettati i protocolli standard di sicurezza o non gli é venuto in mente? 

Trovo poi buffo che si aprano interrogazioni parlamentari in fretta e furia e si tiri fuori addirittura un nonsenso quale “Voglio sapere se ci sono stati pericoli per l'ambiente” (al passato? Non é un evento che si ripeterá! É un po’ come chiedersi “ma in quell’incidente dell’anno scorso siamo morti?”). Evidentemente, chi voleva e doveva saperlo, sapeva benissimo da quasi un anno e mezzo che il trasporto sarebbe avvenuto.
Addirittura il presidente dei Verdi Angelo Bonelli riesce a farsi un’uscita veramente mitica, con fragorosa e roboante caduta dal pero e domande davvero geniali (fonte la gazzetta del mezzogiorno.):
  1. Chiediamo che l’Ispra effettui immediatamente un monitoraggio del percorso compiuto dal convoglio militare per appurare che non ci siano state variazioni ai livelli di radioattività normalmente registrati” (Caspita sta dicendo? Il convoglio era ovviamente chiuso e non ci sono stati incidenti, quindi NON c’é nessun aumento di radioattivitá da nessuna parte!)
  2. Cosa trasportava il convoglio del mistero?”(Le barre di uranio da restituire agli americani...dove sta il mistero esattamente?
  3. Si trattava di materiale radioattivo? (No, erano ombrelloni da spiaggia...solo che volevano essere sicuri che nessuno li rubasse e si andasse a fare un bagno notturno nello Ionio, percui i 300 agenti...)
  4. Erano scorie? Combustibile nucleare? Si trattava forse di plutonio? (Non lo so, Bonelli! Chieda i dettagli agli americani...)
  5. Dov'è stato portato il carico?(Alla base aerea di Gioia del Colle e poi negli USA. Lo sanno anche i sassi ormai!)
  6. “E' stato portato via con un aeroplano?” (No, l’hanno spostato in un aeroporto per poi portarlo via in bici fino in America...)
  7. “Quali misure di sicurezza sono state adottate a tutela della salute e dell’ambiente?” Bah, dice che se fosse successo qualcosa quei trecento tra poliziotti, carabinieri, guardia di finanza e altri se ne sarebbero accorti, dando l’allarme? O la faccio troppo facile a fidarmi?

E via a parlare, tra le altre corbellerie, di militarizzazione del territorio! Ma se é materiale militare, secondo Bonelli dovevano farlo scortare dai puffi? Evviva l’ipocrisia demagogica!

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Aggiornamento 2013-08-03:

Grazie a Mattia Butta per aver postato il filmato integrale e la trascrizione completa del discorso della parlamentare pentastellata Mirella Liuzzi presso la Camera dei Deputati in merito alla vicenda. Ascoltando il video, mi vergognavo al posto suo. Ecco la trascrizione con alcuni commenti:


"Signor Presidente, volevo far conoscere all’Aula un fatto gravissimo che è successo stanotte in Basilicata. Ebbene alle 3,10 di stanotte, nella migliore tradizione clandestina, 300 poliziotti, carabinieri e militari hanno scortato probabilmente un travaso di materiale radioattivo dall’Itrec in Trisaia di Rotondella all’aeroporto militare di Gioia del Colle."
Ok, leggiamo un attimo il vocabolario della lingua italiana Treccani (tanto per citarne uno famoso):
 "clandestino agg. [dal lat. clandestinus (der. dell’avv. clam «di nascosto»), attrav. il fr.clandestin]. – 1. Che è fatto di nascosto, e si dice per lo più di cose fatte senza l’approvazione o contro il divieto delle autorità"
Sono solo io a pensare che definire "clandestino" un trasporto scortato da trecento poliziotti, carabinieri eccetera sia una tavanata di proporzioni galattiche? Cos'é, erano lá a loro insaputa?
"Nessuno è stato informato, l’operazione non è avvenuta in trasparenza, gli stessi amministratori e sindaci di Nova Siri, Rotondella e Policoro non sono stati informati di questo trasferimento. 
Quindi delle due una: o trecento agenti delle varie forze dell'ordine hanno agito di loro iniziativa, completamente slegati dalle autoritá locali (complottooooooo!!) oppure semplicemente i suddetti sindaci sono in cerca di consenso popolare facile.
E non c’è segreto militare che tenga: i cittadini devono essere informati di quello che accade nel proprio territorio, soprattutto se riguarda una cosa così fondamentale come le scorie radioattive. 
Ma che segreto militare! Una delle misure di sicurezza comunemente adottate per i trasporti pericolosi é proprio quella di non spargere troppo la voce, evitando cosí di fornire dettagli sul trasporto a potenziali terroristi o anche semplicemente attivisti che, con le loro proteste, potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza del trasporto e la propria incolumitá. Da cui deriva facilmente: la cosa migliore é trasportare il materiale nottetempo, quando la maggior parte della gente dorme e il rischio di incidenti stradali/ferroviari é minimizzato. I comuni hanno poi normalmente a disposizione un piano da attuare in caso di emergenza con un trasporto di materiale pericoloso, che vale per tutti i trasporti ovviamente! Qui un esempio dettagliato per il Lazio.
Ma secondo la nostra espertissima parlamentare pentastellata no, non si fa cosí! La prima cosa da fare per tutelare la sicurezza della gente in questi casi é avvisare tutti, proprio tutti! Grazie, On. Liuzzi, meno male che c'é Lei che insegna a quegli ignoranti di Trisaia come si gestiscono i materiali pericolosi.
Lo spostamento dovrebbe riguardare delle barre di Elk River che sono state trasferite in Basilicata tra il 1969 e il 1971. Se tali barre sono state trasportate, hanno bisogno di contenitori speciali, che ovviamente, portati all’aeroporto di Gioia del Colle, devono essere trasferiti via aerea. Ma questo è un trasferimento pericolosissimo che può soltanto avvenire via terra, quindi tramite ferrovia o sull’autostrada, cosa che però in Basilicata noi non possediamo. 
Benvenuta nel mondo vero, On. Liuzzi! Vuole cortesemente spiegarlo Lei agli americani che le loro barre non possono essere trasportate perché la Basilicata non possiede una ferrovia o un'autostrada che secondo Lei vada bene? Dovrebbe anche spiegar loro che gli Italiani non sono un popolo che si perde in procedure evidentemente inapplicabili, hanno normalmente la capacitá di andare oltre...tranne alcuni direi.
Quindi quale materiale è stato trasferito e per quali ragioni ? 
  Aspetti un momento. Sta dicendo che ha sollevato un polverone (ingiustificato) ma in realtá non é sicura, anzi non sa che cosa é stato trasferito e perché?
Dopo le vicissitudini di Scansano del 2003, dopo che la mia terra continua ad essere inquinata e depredata dal petrolio, noi vorremmo sapere cosa sta accadendo. Ce lo chiedono i cittadini e ce lo chiedono le associazioni. Io con questo intervento vorrei porlo all’attenzione del Viceministro dell’interno, Filippo Bubbico, che è un lucano e che deve ai cittadini una risposta. O farà come il Ministro Alfano e dirà che lui non lo sapeva ?"
A parte che Scansano sta in provincia di Grosseto (assumo sia un errore di trascrizione, nel video mi pare dica correttamente Scanzano), direi che manca la conclusione "eppoi ogni tanto grandina e ci rovina i raccolti" per vincere il campionato mondiale nel fare di ogni erba un fascio! Il petrolio c'entra come i cavoli a merenda, senza contare il fatto che se la Basilicata ne é "inquinata", allora il fatto che ne sia anche "depredata" é positivo, o no? Inquina, quindi ve lo portiamo via...stesso discorso per le barre di materiale radioattivo: secondo voi inquinano, ma quando dobbiamo portarle via vi lamentate e bloccate tutto? Ma lo siete o lo fate moooolto bene? Complimenti vivissimi.

Continuo a voler tenere la politica fuori da questo blog, ma di fronte a una tale ignoranza e populismo da parte di chi vorrebbe porsi come alternativa alla "solita" politica che ha portato l'Italia in questo stato, credo di non poter restare indifferente. Pagliacci.

martedì 19 marzo 2013

Cinghiali radioattivi e altre storie


Un po’ per scarsitá di notizie eclatanti e un po’ per mancanza endemica di tempo da dedicare agli sbufalamenti, mi limito a pubblicare un rapido aggiornamento sulle principali perle che ho visto passare nei mesi scorsi.

Il WHO pubblica il rapporto con le stime degli effetti di Fukushima: Il World Health Organisation ha pubblicato qualche tempo fa un rapporto (disponibile qui in versione pdf integrale) contenente le stime sugli effetti a lungo termine delle radiazioni liberate da Fukushima, ottenute mediante la solita teoria LNT. Ricordo che la Linear No Threshold fu creata allo scopo di fornire uno strumento (molto) conservativo per la stima degli effetti delle radiazioni ionizzanti al solo scopo di dare numeri di riferimento all’industria nucleare e permettere agli ingegneri di dimensionare i reattori in piena sicurezza. Ciononostante, anche usandola a sproposito, partendo da una stima di 12 - 25 mSv all’anno nelle zone piú colpite e per il primo anno, il WHO ha ottenuto una stima degli effetti delle radiazioni emesse che si riassume nella frase “The present results suggest that the increases in the incidence of human disease attributable to the additional radiation exposure from the Fukushima Daiichi NPP accident are likely to remain below detectable levels.” (“I risultati presentati suggeriscono che l’incremento di incidenza di malattie umane attribuibili alla esposizione addizionale alle radiazioni dell’incidente all’impianto di Fukushima Daiichi rimarranno probabilmente al di sotto dei livelli minimi rilevabili”- traduzione mia a senso). Faccio solo notare che il prode Bertaglio, sul Fatto quotidiano di qualche giorno fa, é riuscito a citare, dell'intero rapporto, l’unica frase un po’ da spiegare, decontestualizzarla per bene e spargere un po’ di terrore gratuito. Parlo di “Rischi di cancro alla tiroide aumentati del 70% per le future donne di Fukushima (dati Oms)”, che detto cosí sembra catastrofico. Leggendo il rapporto un po’ meglio, si tratta di un aumento (stimato applicando una relazione matematica conservativa basata su condizioni limite) di circa +0,5% in tutta la vita, ma siccome in Giappone la dieta alimentare consente un’incidenza bassissima di questo tipo di tumori (circa 0,25% su tutta la vita) ne deriva un aumento relativo del 70% o piú. Ovvero, se mangio una banana l'anno in media e un giorno decido di mangiare una extra, avró un aumento del 100% per quell'anno. Come mistificare la realtá.
Qui un bel commento (in inglese) sul secondo compleanno di Fukushima che chiarisce un po' meglio le cose.

L’era del cinghiale bianco (ma radioattivo): secondo La Stampa e Il Fatto Quotidiano, sono state identificate tracce di Cesio 137 su campioni prelevati da Cinghiali della Valsesia con livelli fino a 5621 Bq/Kg, a fronte di una soglia di attenzione di 600 Bq/Kg. Livelli di attivitá del genere, pur da irraggiamento interno, non comportano grossi effetti sulla salute né dei cinghiali né di eventuali esseri umani che se ne nutrano, tuttavia i chinghiali sono “animali sentinella delle condizioni di inquinamento dei territori in cui vivono” come spiega Aldo Grasselli, segretario nazionale del Sindacato italiano veterinari medicina pubblica (Fonte: il Fatto) percui la presenza di Cesio in quantitá rilevabili potrebbe significare che i territori sono inquinati da questo elemento (il Cesio 137 ha un tempo di dimezzamento di circa 30 anni). É interessante ricordare che, in tutt’altro contesto politico e sociale, fu tramite il rilevamento di Iodio 131 e Cesio 137 nell’acqua piovana che il mondo non-sovietico venne a conoscenza dell’incidente di Chernobyl. Giusto quindi indagare quale ne sia la fonte, come sta facendo il Ministero della Salute tramite i mezzi competenti.

Approvata la costruzione di Hinkley point C: sia BBC News che WNN annunciano l’approvazione oggi del nuovo impianto nucleare di Hinkley Point, in Inghilterra, da parte del governo del Regno Unito. La centrale dovrebbe prevedere due reattori di tipo EPR da 1600 MWe di potenza ciascuno. L’opera dovrebbe portare alla creazione di circa 5600 posti di lavoro durante la costruzione della centrale. Se portato a termine completamente, il progetto complessivo di installazione dei nuovi impianti nucleari previsti dal Regno Unito per garantirsi un futuro energetico a bassa emissione di CO2 porterá tra l’altro alla creazione di 20-25.000 posti di lavoro durante le realizzazioni e circa 900 durante l’esercizio dei nuovi impianti (Fonte: BBC News). Interessante, come fa notare l’articolo, il fatto che il Regno Unito avrá bisogno in futuro di circa 87000 ingegneri all’anno per supportare questi grandi progetti, mentre il ritmo attuale di formazione  é di “soli” 46000 all’anno. I problemi peró non sono ancora tutti risolti: per evitare enormi investimenti di denaro pubblico, il governo inglese sta contrattando il prezzo dell’energia venduta dalla futura centrale con l’intenzione di stabilirlo per legge. La cifra peró deve essere piuttosto alta per poter garantire agli investitori privati di rientrare dalle loro spese. Staremo a vedere come va a finire, i dettagli sono in inglese su BBC News.

mercoledì 5 settembre 2012

Incidente a Fessenheim, due feriti lievi

Wnn e altre fonti riportano la notizia di un incidente nella centrale nucleare di Fessenheim, in Alsazia (Francia). Dalle ricostruzioni sembra che due operatori siano stati ustionati da vapore bollente che si è sprigionato da una vasca di acqua ossigenata, ustionando le mani dei due malcapitati. Ignoro perché tutte le fonti che ho trovato parlano di perossido di idrogeno che ha reagito con l'acqua ossigenata scatenando la nube, visto che il perossido di idrogeno mi risulta essere proprio acqua ossigenata....mah.

sabato 1 settembre 2012

Il Giappone decide sull’energia nucleare


La Stampa pubblica oggi un articolo intitolato “Il Giappone verso l’addio al nucleare”.  

A parte i toni dell’articolo, leggendolo nel dettaglio il titolo si sbufala da solo: secondo La Stampa, domani il governo giapponese dovrá decidere quale percentuale di contributo da nucleare utilizzare; certo, 0% é una percentuale, ma sinceramente la vedo difficile. Quello che mi interessa sottolineare in particolare é il fatto che, qualunque sia la quota nucleare decisa dal governo nipponico, questa sará con ogni probabilitá parecchio piú bassa di quella che ha avuto fino al 2011. Si parla infatti di un 20-25% al massimo, che potrebbe peró essere anche un 15% o meno, a tendere (fonte: l’articolo citato).

Mi rendo conto che il Giappone, per ragioni prettamente geografiche, si trova in seria difficoltá nell’utilizzo sia di fonti fossili che di fonti rinnovabili: a quanto mi risulta non ha grandi risorse naturali di gas o petrolio, che deve importare via nave, non ha in generale molta insolazione e viene frequentemente spazzata da uragani che precludono o sconsigliano l’uso massiccio delle pale eoliche; tuttavia puntare cosí tanto sulla fonte nucleare, presumo per ragioni di costi e facilitá di importazione delle piccole quantitá di combustibile necessarie per l’esercizio dei reattori, presenta grossi problemi in caso di gigantesche calamitá naturali (piuttosto frequenti nell’arcipelago nipponico), come si é ampiamente visto nel 2011.

Vedremo che decisione prenderá l’esecutivo.

Aggiornamento 2012-09-02
Colto da curiositá, sono appena andato a spulciare le news giapponesi alla ricerca della fatidica decisione. Non ho trovato novitá; in compenso ho trovato la versione giapponese dell'articolo di La Stampa (Kyodo news) che chiarisce tutto: oggi (domenica 2 agosto) il governo giapponese si riuniva per "studiare la politica energetica nucleare della nazione, incluse le probabili sfide nel caso in cui la nazione decida di ridurre a zero il proprio affidamento all'energia nucleare" (Traduzione mia di "study the country's nuclear energy policy, including likely challenges in the event that the country's reliance on nuclear power is reduced to zero"). In altre parole, una riunione tecnica per capire cosa succederebbe se una nazione con le caratteristiche sopra citate decidesse di cambiare radicalmente la propria principale fonte di approvvigionamento energetico.
Non dev'essere stata una buona giornata per il premier Noda; in ogni caso i nostri amici di La Stampa hanno come al solito travisato il significato della notizia: oggi non si é deciso nulla, solo esaminate le possibili conseguenze di una delle possibili scelte. Ecco perché non ho trovato riscontri sui risultati.
Mi aspetto come al solito che la cosa venga ignorata e, alla prossima riunione, ci venga propinata una fotocopia dell'articolo sopra citato. Solito giornalismo.

mercoledì 15 agosto 2012

The Butterfly effect: le ali di una farfalla scatenano un uragano mediatico a 10000 km di distanza

(C) Press TV

Numerose fonti (La Stampa, Il Fatto Quotidiano, La Repubblica, il Corriere, BBC news) riportano considerazioni piú o meno apocalittiche su uno studio scientifico condotto sulle farfalle in Giappone.  Cerchiamo di fare chiarezza.

A quanto si legge da un articolo scientifico a firma Joji M. Otaki et al, pubblicato il 9 Agosto su Nature, le farfalle blu note come Zizeeria maha (Lepidoptera, Lycaenidae) dell’area attorno a Fukushima hanno subito mutazioni nella forma e dimensione delle ali, nella lunghezza delle antenne e in altri tratti fisici a partire dallo scorso Marzo 2011. Secondo l’articolo, le farfalle in questione sono particolarmente adatte a rilevare mutamenti ambientali, tanto che il team del professor Otaki segue questa specie da oltre 10 anni con l’intento di monitorarne la reazione per esempio alla contaminazione da polline ogm.

L’indagine si é svolta in tre distinte fasi: la prima fase ha comportato la raccolta e la catalogazione di esemplari da vari siti nei dintorni dell’impianto nucleare di Fukushima (144 farfalle) ed il loro esame attento alla ricerca di malformazioni genetiche. Successivamente, questo campione é stato fatto accoppiare per esaminarne la prole alla ricerca degli stessi difetti. Poi, a distanza di sei mesi dalla prima raccolta, é stata effettuata una nuova raccolta di campioni dagli stessi siti (238 esemplari), per essere esaminati e confrontati con la seconda generazione ottenuta in vitro. Infine, per cercare di confermare la fonte ipotizzata delle malformazioni, un campione di farfalle proveniente da Okinawa é stato contaminato con Cesio 137, ricevendo una dose fino a 125 mSv a un rateo massimo di 0,32 mSv/h, mentre un altro campione é stato nutrito con cibo contaminato da Cesio proveniente dai dintorni della centrale.

I risultati paiono eloquenti: i campioni provenienti dalle regioni attorno alla centrale di Fukushima mostrano un tasso di malformazione del 12,4% per la prima nidiata, piú elevato del normale; inoltre, le generazioni successive, sia coltivate in vitro a Okinawa che raccolte durante la seconda fase dell’esperimento, mostrano un tasso di malformazione ancora maggiore (perdipiú superiore nei campioni prelevati in situ) e lo stesso tipo di difetti. Infine, la prole delle farfalle contaminate artificialmente con il Cesio ha mostrato tassi e modalitá di malformazione simili ai campioni prelevati vicino alla centrale.

La conclusione dell’articolo é pertanto che la contaminazione radioattiva prodotta dall’incidente di Fukushima Dai-ichi ha avuto un impatto sulla popolazione di farfalle Zizeeria Maha della zona circostante, provocando nel tempo veri e propri danni genetici. Sebbene l’autore sottolinei che occorrono altri studi anche soltanto per confermare questi risultati sulle farfalle, l’accuratezza dello studio e il rigore della metodologia applicata sembrano lasciare pochi dubbi.

E fin qui, il volo delle farfalle. Ora veniamo all’uragano tutto italiano.

Secondo il Fatto Quotidiano “La comunità scientifica è divisa. “Questi risultati dicono molte cose sulle conseguenze che l’esplosione potrebbe avere sugli abitanti di Fukushima””. Figuriamoci, gli autori dell’articolo sono cauti sulle sue implicazioni sulle farfalle e i nostri sagaci amici del Fatto parlano giá di conseguenze sull’Uomo. Scontata poi é la citazione, subito dopo, di uno studio dell’universitá di Stanford sulle conseguenze sull'Uomo della contaminazione a Fukushima: tra 15 e 1300 morti e tra 24 e 2500 casi di cancro. Basta un’occhiata all’abstract dell’articolo citato per confermare che queste sono proiezioni dei dati di rilascio basate sul solito modello LNT (Linear No Threshold). Lo stesso modello che la comunitá scientifica internazionale comincia a mettere seriamente in dubbio perché inadeguato a fare questo tipo di stime (per chi mastica l’inglese, suggerisco l’interessante analisi di questo blog sull’articolo citato dal Fatto).

Ancora migliore il Corriere, in grado di titolare “Dopo Fukushima, le farfalle non hanno piú le ali”(!??) E via con le bestialitá piú incredibili, come il “pugno radioattivo che di generazione in generazione fa crescere i casi di malformazioni genetiche”.

Repubblica invece riesce soltanto a scrivere la seguente perla, da leggersi tutta d’un fiato:” Ma i ricercatori giapponesi tranquillizzano la popolazione. Otaki tiene a precisare che è comunque presto per saltare ad altre conclusioni e che i risultati degli esperimenti sulle farfalle non possono essere applicati direttamente ad altre specie, soprattutto agli umani. [A capo]La ricerca porta comunque a pensare al futuro delle migliaia di persone contaminate dopo il terremoto e lo tsunami dell'11 marzo.” Ma non é un pelino contraddittoria in termini?

Lascio la parola ai commenti; da parte mia, lo studio rimane valido e interessante, ma sarei ben cauto prima di applicare i suoi risultati ad altre specie senza conferme sperimentali. Il tempo dirá se avevo ragione o torto.

giovedì 19 aprile 2012

Kenioti e Italioti


Il Fatto Quotidiano pubblicava qualche giorno fa un articolo sull'adozione dell'energia nucleare da parte del Kenia. Secondo il Fatto, la nazione africana si doterá entro il 2022 di un primo impianto da 1000MW, seguito da altri che porteranno il Kenia al 19% di energia nucleare entro il 2031. 

Naturalmente, per il quotidiano indipendente “preoccupa le Nazioni Unite l’ultimo successo dell’industria atomica globale”. Se posso azzardare un’opinione, secondo me la cosa dovrebbe preoccuparci eccome, ma non nel senso che intende il Fatto: anche il Kenia, come altre nazioni non esattamente ai primi posti nel mondo quanto a industria, ci passa davanti sul piano tecnologico, realizzando ció che noi civilizzatissimi italici buttammo ben presto alle ortiche.

Secondo il Fatto "Dopo Stati Uniti, Bielorussia e Kazakistan, ora si punta sul Kenya per rallentare il declino dell’atomo avviato dall’Europa post-Fukushima". Vorrei precisare che il nucleare é talmente in declino che non passa quasi giorno senza che nuove centrali siano avviate (l'altro giorno era la volta di Qinshan in Cina), costruite o pianificate (in UK, Bulgaria,ecc) .

Ma c'é di piú. Pare addirittura che il presidente del Nuclear Electricity Project Committee, Mr Ochilo Ayacko, abbia affermato che le fonti idroelettrica e geotermica che approvvigionano il Kenya non sono né affidabili né sufficienti, e l’introduzione del nucleare nel mix energetico del suo Paese “viene dal bisogno di una maggiore sicurezza energetica” (il Fatto quotidiano).

Curioso, sembra che i Kenioti ritengano ancora importante farsi due conti in tasca prima di decidere su quali fonti energetiche investire. Non solo, sembrano addirittura considerare importante un massiccio investimento nel nucleare "fai-da-te", nonostante questa pessima idea gli porterá sicuramente un sacco di rogne quali posti di lavoro specializzati, cultura scientifica, corsi di studio di alto livello, oltre a un sacco di energia a basso costo.

"A tal proposito, il governo di Nairobi ha già stanziato 2,3 milioni di euro per un programma quindicinale di addestramento sul funzionamento degli impianti atomici, di cui beneficeranno i futuri impiegati delle centrali, giovani kenioti laureati in fisica, ingegneria o matematica", dice ancora il Fatto. 
Cosa? Dare ai giovani un lavoro che valga quello per cui hanno duramente studiato? Assurdo!
Per fortuna da noi certe idee sono troppo keniote per prendere piede: noi preferiamo continuare a trastullarci con le opinioni dei nostri sollevatori di polemiche professionisti mentre l'Italia perde terreno, competitivitá e giovani talenti. Kenioti mai, ma italioti sí eccome, ed orgogliosamente!

venerdì 6 aprile 2012

Incendio a Penly, nessuna conseguenza a parte lo spegnimento di emergenza

Ieri pomeriggio alle 12:30 si é verificata una perdita di olio refrigerante ad alta temperatura in una pompa dell’impianto di Penly, in Francia (WNN, Corriere). La perdita ha scatenato un incendio che é stato spento rapidamente dai sistemi antincendio della centrale e dall’intervento dei pompieri. Il reattore ha eseguito correttamente lo spegnimento di emergenza. ASN, l’autoritá francese per la sicurezza nucleare, spiega che il guasto ha portato a un incremento notevole delle normali perdite di acqua dalla pompa, che comunque sono state gestite interamente dal circuito di recupero.

Questa é bene spiegarla un attimo: tutte le pompe idrauliche devono ovviamente lavorare con la girante immersa in acqua. Alcune sono costruite per avere direttamente il motore immerso, altre invece tengono il motore all’asciutto e fanno uso di guarnizioni per separare la parte immersa dal resto del macchinario. Naturalmente, ci si aspetta che le guarnizioni abbiano delle perdite (non é facile sigillare perfettamente qualcosa che deve ruotare a una certa velocitá!), così le pompe di quel genere sono provviste di un circuito di recupero che raccoglie l’acqua che si infiltra e la reimmette nel circuito primario del reattore. Ricordo che si tratta del circuito che lambisce il combustibile nucleare, dunque quell’acqua ha una buona probabilitá di essere contaminata da elementi radioattivi e comunque é soggetta a bombardamento costante di neutroni ed in generale é debolmente radioattiva. Ecco perché il circuito di recupero é particolarmente robusto: quell’acqua non deve fuoriuscire nell’edificio reattore, contaminandolo.

Evidentemente, a seguito del guasto e dell’incendio, la guarnizione dev’essersi rovinata, cosicché la perdita di acqua é aumentata moltissimo; la buona notizia tuttavia é che il normale circuito di recupero sta gestendo con successo la perdita.