martedì 8 marzo 2011

Mancano radionuclidi per le scintigrafie

(C) Oltresalute.com
Segnala il forum Newclear.it che il prolungamento della chiusura per manutenzione di alcuni reattori nucleari (in particolare il reattore canadese del centro di ricerca di Chalk Riverha determinato una grave carenza delle scorte di radionuclidi per scintigrafia su scala mondiale. La notizia pare essere piuttosto vecchia, ed è confermata anche da alcune altre fonti online (Focus online ne parla in un articolo di aprile 2010), incluse fonti ufficiali, come l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).Si trova addirittura un comunicato stampa dell’EMEA (European Medicines Agencydatato ottobre 2008 che conferma l’allarme e dirama un public statement (qui una versione tradotta in italiano e rimaneggiata dall’ASL 7 toscana) per il razionamento delle scorte. L’emergenza pare insomma decisamente grave, oltrechè allegramente trascurata da media italiani e stranieri per lungo tempo. Ma le conseguenze più gravi si rilevano in questi giorni: addirittura secondo Newclear.it i pazienti in attesa di scintigrafia sarebbero stati recentemente contattati per posticipare l’esame diagnostico a causa di “motivi tecnici”. Provate un po’ a pensare se aveste un sospetto tumore da diagnosticare quanto vi farebbe piacere sapere che dovete aspettare perchè sono finite le scorte di radionuclidi.


Veniamo alle opinioni: secondo Riccardo Schiavo, autore dell’articolo su Forum Nucleare Italiano e medico, “non può esistere una Medicina Nucleare se non c’è dietro un’industria nucleare”. C’è da dire che in realtà i radionuclidi che scarseggiano potrebbero, almeno in linea teorica, essere prodotti anche da “ciclotroni di media energia” (Focus.it, citando un articolo del Journal of Nuclear Medicine ed il parere del radiochimico Prof. A. Duatti ) ed in effetti si trovano applicazioni di ciclotroni che già oggi producono radioisotopi per esempio per PET (basta cercare su google). Ciò non implica tuttavia che sia possibile produrre il Tecnezio 99 metastabile (Tc-99mche scarseggia e che oggi arriva dal decadimento beta del Molibdeno 99 (Mo-99, prodotto unicamente da fissione nucleare (Medical news). Rimane da stabilire se è tecnicamente possibile rimediare all’attuale emergenza in tempi brevi riconvertendo acceleratori di particelle da altri usi, così come propugnava Focus l’anno scorso. Ma soprattutto, resta da capire perchè, se i primi “all’erta” risalgono a quasi 4 anni fa, non se n’è mai saputo nulla prima d’ora (perlomeno per quanto concerne il grande pubblico) e non si è riusciti a prepararsi ed evitare questa emergenza.

Un paio di considerazioni personali a conclusione:

1) innanzitutto va sottolineato che anche gli acceleratori di particelle a scopo medicale producono (ovviamente) scorie nucleari di varia intensità; aumentare quindi il numero di acceleratori che producono radionuclidi per evitare di costruire centrali nucleari non limiterebbe dunque granchè la produzione di scorie. Questo per non creare false illusioni.

2) Va inoltre detto che, se è vero che non è strettamente necessario disporre di centrali elettronucleari per la produzione dei radioisotopi ad uso medicale, è pur vero che un conto è produrre tali isotopi consumando energia, un altro è averli sostanzialmente gratis come prodotto di scarto dalla produzione di energia elettrica. Consumare contro produrre...un bel vantaggio.  

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