(C) Press TV |
Numerose fonti (La
Stampa, Il
Fatto Quotidiano, La
Repubblica, il
Corriere, BBC
news) riportano considerazioni piú o meno apocalittiche su uno studio
scientifico condotto sulle farfalle in Giappone. Cerchiamo di fare chiarezza.
A quanto si legge da un articolo
scientifico a firma Joji M. Otaki et al, pubblicato il 9 Agosto su Nature,
le farfalle blu note come Zizeeria maha
(Lepidoptera, Lycaenidae) dell’area attorno a Fukushima hanno subito mutazioni nella
forma e dimensione delle ali, nella lunghezza delle antenne e in altri tratti
fisici a partire dallo scorso Marzo 2011. Secondo l’articolo, le farfalle in
questione sono particolarmente adatte a rilevare mutamenti ambientali, tanto
che il team del professor Otaki segue questa specie da oltre 10 anni con
l’intento di monitorarne la reazione per esempio alla contaminazione da polline
ogm.
L’indagine si é svolta in tre distinte fasi: la prima fase ha
comportato la raccolta e la catalogazione di esemplari da vari siti nei dintorni
dell’impianto nucleare di Fukushima (144 farfalle) ed il loro esame attento
alla ricerca di malformazioni genetiche. Successivamente, questo campione é
stato fatto accoppiare per esaminarne la prole alla ricerca degli stessi
difetti. Poi, a distanza di sei mesi dalla prima raccolta, é stata effettuata
una nuova raccolta di campioni dagli stessi siti (238 esemplari), per essere esaminati e
confrontati con la seconda generazione ottenuta in vitro. Infine, per cercare
di confermare la fonte ipotizzata delle malformazioni, un campione di farfalle
proveniente da Okinawa é stato contaminato con Cesio 137, ricevendo una dose
fino a 125 mSv a un rateo massimo di 0,32 mSv/h, mentre un altro campione é
stato nutrito con cibo contaminato da Cesio proveniente dai dintorni della
centrale.
I risultati paiono eloquenti: i campioni provenienti dalle
regioni attorno alla centrale di Fukushima mostrano un tasso di malformazione del
12,4% per la prima nidiata, piú elevato del normale; inoltre, le generazioni
successive, sia coltivate in vitro a Okinawa che raccolte durante la seconda
fase dell’esperimento, mostrano un tasso di malformazione ancora maggiore
(perdipiú superiore nei campioni prelevati in situ) e lo stesso tipo di difetti.
Infine, la prole delle farfalle contaminate artificialmente con il Cesio ha
mostrato tassi e modalitá di malformazione simili ai campioni prelevati vicino
alla centrale.
La conclusione dell’articolo é pertanto che la
contaminazione radioattiva prodotta dall’incidente di Fukushima Dai-ichi ha
avuto un impatto sulla popolazione di farfalle Zizeeria Maha della zona
circostante, provocando nel tempo veri e propri danni genetici. Sebbene
l’autore sottolinei che occorrono altri studi anche soltanto per confermare
questi risultati sulle farfalle, l’accuratezza dello studio e il rigore della
metodologia applicata sembrano lasciare pochi dubbi.
E fin qui, il volo delle farfalle. Ora veniamo all’uragano
tutto italiano.
Secondo il Fatto Quotidiano “La comunità scientifica è divisa. “Questi risultati dicono molte cose
sulle conseguenze che l’esplosione potrebbe avere sugli abitanti di Fukushima””.
Figuriamoci, gli autori dell’articolo sono cauti sulle sue implicazioni sulle
farfalle e i nostri sagaci amici del Fatto parlano giá di conseguenze
sull’Uomo. Scontata poi é la citazione, subito dopo, di uno studio dell’universitá di
Stanford sulle conseguenze sull'Uomo della contaminazione a Fukushima: tra 15 e 1300 morti e tra 24 e
2500 casi di cancro. Basta un’occhiata all’abstract
dell’articolo citato per confermare che queste sono proiezioni dei dati di
rilascio basate sul solito modello LNT (Linear No Threshold). Lo stesso modello
che la comunitá scientifica internazionale comincia a mettere seriamente in
dubbio perché inadeguato a fare questo tipo di stime (per chi mastica
l’inglese, suggerisco l’interessante analisi di questo
blog sull’articolo citato dal Fatto).
Ancora migliore il Corriere, in grado di titolare “Dopo Fukushima, le farfalle non hanno piú le
ali”(!??) E via con le bestialitá piú incredibili, come il “pugno radioattivo che di generazione in
generazione fa crescere i casi di malformazioni genetiche”.
Repubblica invece riesce soltanto a scrivere la seguente
perla, da leggersi tutta d’un fiato:” Ma
i ricercatori giapponesi tranquillizzano la popolazione. Otaki tiene a
precisare che è comunque presto per saltare ad altre conclusioni e che i
risultati degli esperimenti sulle farfalle non possono essere applicati
direttamente ad altre specie, soprattutto agli umani. [A capo]La ricerca porta
comunque a pensare al futuro delle migliaia di persone contaminate dopo il
terremoto e lo tsunami dell'11 marzo.” Ma non é un pelino contraddittoria
in termini?
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