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mercoledì 15 agosto 2012

The Butterfly effect: le ali di una farfalla scatenano un uragano mediatico a 10000 km di distanza

(C) Press TV

Numerose fonti (La Stampa, Il Fatto Quotidiano, La Repubblica, il Corriere, BBC news) riportano considerazioni piú o meno apocalittiche su uno studio scientifico condotto sulle farfalle in Giappone.  Cerchiamo di fare chiarezza.

A quanto si legge da un articolo scientifico a firma Joji M. Otaki et al, pubblicato il 9 Agosto su Nature, le farfalle blu note come Zizeeria maha (Lepidoptera, Lycaenidae) dell’area attorno a Fukushima hanno subito mutazioni nella forma e dimensione delle ali, nella lunghezza delle antenne e in altri tratti fisici a partire dallo scorso Marzo 2011. Secondo l’articolo, le farfalle in questione sono particolarmente adatte a rilevare mutamenti ambientali, tanto che il team del professor Otaki segue questa specie da oltre 10 anni con l’intento di monitorarne la reazione per esempio alla contaminazione da polline ogm.

L’indagine si é svolta in tre distinte fasi: la prima fase ha comportato la raccolta e la catalogazione di esemplari da vari siti nei dintorni dell’impianto nucleare di Fukushima (144 farfalle) ed il loro esame attento alla ricerca di malformazioni genetiche. Successivamente, questo campione é stato fatto accoppiare per esaminarne la prole alla ricerca degli stessi difetti. Poi, a distanza di sei mesi dalla prima raccolta, é stata effettuata una nuova raccolta di campioni dagli stessi siti (238 esemplari), per essere esaminati e confrontati con la seconda generazione ottenuta in vitro. Infine, per cercare di confermare la fonte ipotizzata delle malformazioni, un campione di farfalle proveniente da Okinawa é stato contaminato con Cesio 137, ricevendo una dose fino a 125 mSv a un rateo massimo di 0,32 mSv/h, mentre un altro campione é stato nutrito con cibo contaminato da Cesio proveniente dai dintorni della centrale.

I risultati paiono eloquenti: i campioni provenienti dalle regioni attorno alla centrale di Fukushima mostrano un tasso di malformazione del 12,4% per la prima nidiata, piú elevato del normale; inoltre, le generazioni successive, sia coltivate in vitro a Okinawa che raccolte durante la seconda fase dell’esperimento, mostrano un tasso di malformazione ancora maggiore (perdipiú superiore nei campioni prelevati in situ) e lo stesso tipo di difetti. Infine, la prole delle farfalle contaminate artificialmente con il Cesio ha mostrato tassi e modalitá di malformazione simili ai campioni prelevati vicino alla centrale.

La conclusione dell’articolo é pertanto che la contaminazione radioattiva prodotta dall’incidente di Fukushima Dai-ichi ha avuto un impatto sulla popolazione di farfalle Zizeeria Maha della zona circostante, provocando nel tempo veri e propri danni genetici. Sebbene l’autore sottolinei che occorrono altri studi anche soltanto per confermare questi risultati sulle farfalle, l’accuratezza dello studio e il rigore della metodologia applicata sembrano lasciare pochi dubbi.

E fin qui, il volo delle farfalle. Ora veniamo all’uragano tutto italiano.

Secondo il Fatto Quotidiano “La comunità scientifica è divisa. “Questi risultati dicono molte cose sulle conseguenze che l’esplosione potrebbe avere sugli abitanti di Fukushima””. Figuriamoci, gli autori dell’articolo sono cauti sulle sue implicazioni sulle farfalle e i nostri sagaci amici del Fatto parlano giá di conseguenze sull’Uomo. Scontata poi é la citazione, subito dopo, di uno studio dell’universitá di Stanford sulle conseguenze sull'Uomo della contaminazione a Fukushima: tra 15 e 1300 morti e tra 24 e 2500 casi di cancro. Basta un’occhiata all’abstract dell’articolo citato per confermare che queste sono proiezioni dei dati di rilascio basate sul solito modello LNT (Linear No Threshold). Lo stesso modello che la comunitá scientifica internazionale comincia a mettere seriamente in dubbio perché inadeguato a fare questo tipo di stime (per chi mastica l’inglese, suggerisco l’interessante analisi di questo blog sull’articolo citato dal Fatto).

Ancora migliore il Corriere, in grado di titolare “Dopo Fukushima, le farfalle non hanno piú le ali”(!??) E via con le bestialitá piú incredibili, come il “pugno radioattivo che di generazione in generazione fa crescere i casi di malformazioni genetiche”.

Repubblica invece riesce soltanto a scrivere la seguente perla, da leggersi tutta d’un fiato:” Ma i ricercatori giapponesi tranquillizzano la popolazione. Otaki tiene a precisare che è comunque presto per saltare ad altre conclusioni e che i risultati degli esperimenti sulle farfalle non possono essere applicati direttamente ad altre specie, soprattutto agli umani. [A capo]La ricerca porta comunque a pensare al futuro delle migliaia di persone contaminate dopo il terremoto e lo tsunami dell'11 marzo.” Ma non é un pelino contraddittoria in termini?

Lascio la parola ai commenti; da parte mia, lo studio rimane valido e interessante, ma sarei ben cauto prima di applicare i suoi risultati ad altre specie senza conferme sperimentali. Il tempo dirá se avevo ragione o torto.

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