La Stampa
pubblica oggi un articolo
intitolato “Il Giappone verso l’addio al nucleare”.
A parte i toni dell’articolo, leggendolo nel
dettaglio il titolo si sbufala da solo: secondo La Stampa, domani il governo giapponese
dovrá decidere quale percentuale di contributo da nucleare utilizzare; certo,
0% é una percentuale, ma sinceramente la vedo difficile. Quello che mi
interessa sottolineare in particolare é il fatto che, qualunque sia la quota nucleare decisa
dal governo nipponico, questa sará con ogni probabilitá parecchio piú bassa di
quella che ha avuto fino al 2011. Si parla infatti di un 20-25% al massimo, che
potrebbe peró essere anche un 15% o meno, a tendere (fonte: l’articolo citato).
Mi rendo conto
che il Giappone, per ragioni prettamente geografiche, si trova in seria
difficoltá nell’utilizzo sia di fonti fossili che di fonti rinnovabili: a quanto mi risulta non ha
grandi risorse naturali di gas o petrolio, che deve importare via nave, non ha
in generale molta insolazione e viene frequentemente spazzata da uragani che
precludono o sconsigliano l’uso massiccio delle pale eoliche; tuttavia puntare
cosí tanto sulla fonte nucleare, presumo per ragioni di costi e facilitá di
importazione delle piccole quantitá di combustibile necessarie per l’esercizio
dei reattori, presenta grossi problemi in caso di gigantesche calamitá naturali
(piuttosto frequenti nell’arcipelago nipponico), come si é ampiamente visto nel
2011.
Aggiornamento 2012-09-02
Colto da curiositá, sono appena andato a spulciare le news giapponesi alla ricerca della fatidica decisione. Non ho trovato novitá; in compenso ho trovato la versione giapponese dell'articolo di La Stampa (Kyodo news) che chiarisce tutto: oggi (domenica 2 agosto) il governo giapponese si riuniva per "studiare la politica energetica nucleare della nazione, incluse le probabili sfide nel caso in cui la nazione decida di ridurre a zero il proprio affidamento all'energia nucleare" (Traduzione mia di "study the country's nuclear energy policy, including likely challenges in the event that the country's reliance on nuclear power is reduced to zero"). In altre parole, una riunione tecnica per capire cosa succederebbe se una nazione con le caratteristiche sopra citate decidesse di cambiare radicalmente la propria principale fonte di approvvigionamento energetico.
Non dev'essere stata una buona giornata per il premier Noda; in ogni caso i nostri amici di La Stampa hanno come al solito travisato il significato della notizia: oggi non si é deciso nulla, solo esaminate le possibili conseguenze di una delle possibili scelte. Ecco perché non ho trovato riscontri sui risultati.
Mi aspetto come al solito che la cosa venga ignorata e, alla prossima riunione, ci venga propinata una fotocopia dell'articolo sopra citato. Solito giornalismo.
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