Ritrovando con
sorpresa una vaga parvenza di tempo libero, mi son sentito in dovere di scrivere
due righe su un tema da molto tempo sulla bocca di tutti: il cosiddetto
riscaldamento globale, o global warming.
Ormai tutti (o
quasi tutti...) danno per scontato che il riscaldamento globale sia una realtá
assodata e pericolosa, e che sia necessario fare veri e propri sacrifici per
evitarlo.
Ma che cosa c’é
di vero? A mio avviso, non basta parlare di riscaldamento globale per chiedere
(o imporre...) azioni concrete contro di esso; in effetti, il problema si puó
articolare in quattro domande fondamentali:
1. Esiste davvero un riscaldamento globale?
2. Se esiste, é da ritenersi anomalo?
3. Qual é la causa del riscaldamento?
4. Quali sono gli effetti?
Cominciamo dalla
prima domanda: la risposta é sorprendentemente positiva e discretamente
documentata. Esistono infatti centinaia di studi, pazientemente raccolti e
ordinati dall’IPCC, che mostrano un andamento a crescere della temperatura
terrestre, intesa come media globale, come media stagionale locale, e in molte
altre accezioni. Non ho tempo di linkare tutti gli studi, ma potete trovare facilmente
un sunto dei risultati nel rapporto sul
sito dell’IPCC.
Dunque é vero, la
terra si sta riscaldando. Ma quanto? Con che velocitá? E soprattutto, siamo
sicuri che questo sia un fenomeno anomalo, dovuto principalmente all’azione
dell’inquinamento umano? La risposta é ben piú fumosa della precedente:
analizzando l’andamento delle temperature globali nel corso dei milioni di
anni, infatti, quello che si nota facilmente sono due indizi, uno a favore e
l’altro contro questa ipotesi.
L’indizio a
favore dell’ipotesi antropica é proprio la velocitá con la quale le temperature
si stanno alzando: in passato infatti, non era mai successo (per quanto si
abbiano dati diretti e sufficientemente precisi...) che la temperatura variasse
a una tal velocitá. Tuttavia, il secondo indizio é che la temperatura odierna
rimane comunque di parecchi gradi piú bassa della temperatura massima mai
raggiunta dal globo terrestre durante la sua lunga storia.
In termini di
analisi dati, questo significa che l’andamento potrebbe essere anomalo (ovvero associato a una causa speciale, che a sua volta potrebbe essere l’inquinamento di
origine antropica)...ma anche no. Potrebbe infatti trattarsi di una cosiddetta
causa comune, ovvero una fluttuazione statistica entro i limiti di temperatura
fisiologici della Terra che nulla ha a che fare con azioni particolari che
stanno avvenendo in questi anni/secoli, men che meno l’inquinamento
atmosferico. Quale sará la veritá?
La nostra fiducia
nell’allarme sul riscaldamento globale é poi destinata a peggiorare se
assumiamo che il riscaldamento sia anomalo e ci chiediamo quale ne sia la causa speciale: l’IPCC infatti sembra
proprio aver simpaticamente assunto
(cioé dato per scontato) che si tratti dell’effetto-serra dato
dall’inquinamento atmosferico da CO2, sebbene in questi anni stia un po’
prendendo in considerazioni anche altri fenomeni. Ma, a quanto mi risulta,
l’idea che possa trattarsi di un’altra causa, per quanto speciale, non é stata
nemmeno presa in considerazione: in altre parole, la teoria del riscaldamento
globale é partita dall’idea che sia la conseguenza di un effetto-serra dovuto
alle emissioni antropiche. Partire assumendo una causa e cercare di dimostrarne
il nesso provando che l’effetto esiste é un po’ come assumere di avere mal di
testa a causa degli occhiali e dimostrarlo con un test oculistico. Non
stupiamoci poi se, cambiati gli occhiali, il mal di testa rimane.
Da ultimo, é bene
chiedersi: posto che la Terra si sta riscaldando, assunto che si tratti di una
causa speciale e dato per scontato (chissá perché) che la causa speciale sia
l’inquinamento di origine antropica, quali sono gli effetti di questo benedetto
riscaldamento globale? Anche qui siamo un po’ malmessi: l’IPCC infatti ci
propone modelli matematici fatti al
computer, che generalmente portano ad apocalissi, scioglimento dei ghiacciai e
altre amenitá nel giro di pochi anni o secoli. Salvo poi ricordarsi di tenere
conto anche di qualche altro fattore, scelti da chi fa l’analisi tra
l’immensitá di possibili fattori che contribuirebbero al clima, ed aggiungerli
al modello, cambiando completamente il risultato ottenuto col modello
precedente.
Su questo nessuna
sorpresa, il clima terrestre é uno dei fenomeni piú complessi che esistano ed é
senz’altro fortemente non lineare. Per definizione dunque, la risposta a una
piccola differenza delle condizioni iniziali puó portare a una differenza
drammatica nelle conseguenze a lungo termine. Questa é poi la ragione
fondamentale per la quale i migliori modelli di previsioni meteo falliscono
miseramente a distanza di una settimana o poco piú; non sto quindi a precisare
perché non penso che un modello costruito per prevedere il clima su scala
globale e da qui ad alcuni secoli possa minimamente dare una
risposta affidabile.
Dati i dubbi
elencati sopra, é ancora ragionevole mettere in atto provvedimenti per limitare
le emissioni di CO2? Qualcuno potrebbe pensare di no, ma personalmente sono
comunque favorevole: indipendentemente dal fatto che il riscaldamento globale
sia un’anomalia o meno, dovuta o meno alle emissioni di CO2 e destinata o meno
a portare conseguenze rovinose per la nostra esistenza, un’azione mirata a
rendere piú efficienti i nostri sistemi produttivi e ridurne gli sprechi non
puó che migliorare il nostro stile di vita. Nel dubbio che il riscaldamento
globale possa effettivamente essere dannoso, inoltre, male non fa cercare di
metterci una pezza come possiamo.
Quello che
personalmente mal sopporto, invece, sono le mandrie di fanatici che spingono
verso sacrifici inenarrabili, a volte veri e propri passi indietro tecnologici
e culturali, in nome del global warming. Per non parlare dei vari interessi
economico-politici da parte delle lobby della green-economy, spuntate come
funghi in questo contesto e capaci di condizionare le menti di chi non puó o
non vuole ragionarci sú.
Spero di aver
chiarito il mio punto di vista cautamente scettico; la parola ai commenti, come
sempre benvenuti.
Aggiornamento 2017-06-03
Dopo mesi e mesi, trovo finalmente il tempo per un breve aggiornamento, focalizzato su un'argomentazione piuttosto interessante ed efficace che ho trovato a fatica, sepolta in un blog scientifico.
L'idea è questa: milioni di anni fa, la temperatura terrestre era molto più elevata, e così era anche il livello di CO2 in atmosfera. Nel corso dei millenni, le forme di vita vegetali hanno faticosamente catturato quella CO2, usando il carbonio per crescere e rilasciando l'ossigeno in atmosfera. Ciò ha portato alla situazione attuale, mentre le piante gradatamente morivano e rimanevano via via sepolte negli strati geologici in formazione, trasformandosi in idrocarburi.
Ed eccoci all'oggi: noi stiamo bruciando proprio quegli idrocarburi, riportando in atmosfera a ritmo rapidissimo quell'antica CO2. L'idea pericolosa quindi non è tanto il riscaldamento globale in sé, quanto il fatto che questo è accompagnato da un pari aumento di anidride carbonica. L'aria della terra, insomma, si fa via via più viziata.
Tornando all'analisi del post qui sopra, questo giustifica parzialmente la scelta di assumere le emissioni di CO2 come unica o principale causa del riscaldamento globale.
Quanto alle conseguenze, vale il discorso fatto sopra, anche se una di esse è facilmente individuabile, soprattutto nella nostra montuosa Italia: le grandi nevicate in montagna che caratterizzano il tardo autunno e l'inverno saranno probabilmente sempre più sostituite da piogge torrenziali, per via delle temperature più alte; ma la pioggia, al contrario della neve, scende immediatamente a valle, causando piene ed alluvioni e disperdendo quella riserva d'acqua che la neve in montagna costituisce. Ergo: se continua così, dobbiamo purtroppo aspettarci più alluvioni in autunno e, mancando l'accumulo di neve, più siccità d'estate.
Alla prossima.