Il Fatto Quotidiano pubblicava qualche giorno fa un articolo sull'adozione
dell'energia nucleare da parte del Kenia. Secondo il Fatto, la nazione africana
si doterá entro il 2022 di un primo impianto da 1000MW, seguito da altri che
porteranno il Kenia al 19% di energia nucleare entro il 2031.
Naturalmente, per
il quotidiano indipendente “preoccupa le
Nazioni Unite l’ultimo successo dell’industria atomica globale”. Se posso
azzardare un’opinione, secondo me la cosa dovrebbe preoccuparci eccome, ma non
nel senso che intende il Fatto: anche il Kenia, come altre nazioni non esattamente ai primi posti nel mondo quanto a industria, ci passa
davanti sul piano tecnologico, realizzando ció che noi
civilizzatissimi italici buttammo ben presto alle ortiche.
Secondo il Fatto "Dopo Stati Uniti, Bielorussia e
Kazakistan, ora si punta sul Kenya per rallentare il declino dell’atomo avviato
dall’Europa post-Fukushima". Vorrei precisare che il nucleare é talmente
in declino che non passa quasi giorno senza che nuove centrali siano avviate
(l'altro giorno era la volta di Qinshan in Cina), costruite o pianificate
(in UK, Bulgaria,ecc) .
Ma c'é di piú. Pare addirittura che il presidente del Nuclear Electricity Project
Committee, Mr Ochilo Ayacko, abbia
affermato che le fonti idroelettrica e geotermica che approvvigionano il Kenya
non sono né affidabili né sufficienti, e l’introduzione del nucleare nel mix
energetico del suo Paese “viene dal
bisogno di una maggiore sicurezza energetica” (il Fatto quotidiano).
Curioso, sembra che i Kenioti ritengano ancora importante farsi due
conti in tasca prima di decidere su quali fonti energetiche investire. Non
solo, sembrano addirittura considerare importante un massiccio investimento nel
nucleare "fai-da-te", nonostante questa pessima idea gli porterá
sicuramente un sacco di rogne quali posti di lavoro specializzati, cultura
scientifica, corsi di studio di alto livello, oltre a un sacco di energia a basso
costo.
"A tal proposito, il governo di Nairobi ha già
stanziato 2,3 milioni di euro per un programma quindicinale di addestramento
sul funzionamento degli impianti atomici, di cui beneficeranno i futuri
impiegati delle centrali, giovani kenioti laureati in fisica, ingegneria o
matematica", dice
ancora il Fatto.
Cosa? Dare ai giovani un lavoro che valga quello per cui hanno
duramente studiato? Assurdo!
Per fortuna da
noi certe idee sono troppo keniote per prendere piede: noi preferiamo
continuare a trastullarci con le opinioni dei nostri sollevatori di polemiche
professionisti mentre l'Italia perde terreno, competitivitá e giovani talenti. Kenioti
mai, ma italioti sí eccome, ed orgogliosamente!